Tutto sulle tele da pittura: non solo un supporto!

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Colori, pennello e… tela. La tela da pittura è infatti il supporto fondamentale dell’artista, il terzo elemento di un terzetto fondamentale che da secoli regala all’umanità veri e propri capolavori. Eppure la tela non è sempre stata al centro del mondo artistico, anzi. In questo articolo parleremo della storia della tela da pittura, delle varie tipologie presenti in commercio e di alcune curiosità che vi faranno ricredere sulla ‘monotonia’ delle tele, le quali in alcuni casi sono ben altro che il semplice ‘supporto’ dei nostri dipinti.

L’utilizzo delle tele pittoriche nei secoli

La storia dei materiali pittorici non sempre è precisa quanto vorremmo, e questa imprecisione si ripete anche nel caso delle tele per dipingere. Si tende generalmente a credere che questo supporto sia stato inventato nel XV secolo nell’Europa del Nord, ma fonti storiche ci mostrano che l’utilizzo della tela, in realtà, ha radici ben più lontane nel tempo. Fino alla fine del Medioevo, però, l’impiego di questo supporto fu del tutto marginale: per quale motivo, da un certo punto in poi, la tela diventò dunque la base principale sulla quale dipingere?

Fino al XIV secolo, le opere pittoriche erano composte per lo più da affreschi, nonché da dipinti eseguiti su grandi tavole di legno. Il committente, nella maggior parte dei casi, era la Chiesa, la quale preferiva formati grandi, eseguiti sul posto. Questo discorso valeva per tutta l’Europa, fuorché per l’Inghilterra, dove iniziò a svilupparsi un nuovo tipo di richiesta, non più proveniente dagli ambienti ecclesiastici, quanto invece dai nobili. In questi casi non si chiedevano più grandi scene sacre volte a impressionare i fedeli, quanto invece ritratti o altri soggetti che, nella maggior parte dei casi, supponevano l’utilizzo di supporti più contenuti e anche maneggevoli, adatti quindi al trasporto: non più, dunque, affreschi, né grandi e pesanti tavole di legno. In Inghilterra, e poco dopo nelle Fiandre, a partire dal XV secolo, si diffuse dunque l’accoppiata tela e cavalletto.

In Italia l’utilizzo della tela da pittura iniziò a diffondersi realmente a partire dal secolo successivo, dopo essere comparsa a Venezia sul finire del Quattrocento: nella laguna, del resto, questo nuovo supporto si rivelava particolarmente migliore rispetto ai precedenti, non essendo soggetto a tutte le problematiche che l’umidità apportava ai dipinti su tavola e agli affreschi. Alcuni studiosi sostengono che il principale artista cui si deve la diffusione in terra italiana della tela pittorica fu Pieter Bruegel il Vecchio, pittore delle Fiandre che lavorò a lungo in Italia, portando con sé le più recenti tecniche fiamminghe.

Non deve stupire la diffusione veloce della tela da pittura. Questo supporto non solo non veniva deteriorato dal clima veneziano, ma offriva tantissime nuove opportunità, in qualsiasi ambiente. In primo luogo, si prestava sia alla realizzazione di dipinti molto piccoli che alla creazione di dipinti molto grandi – si pensi per esempio a L’ultima Cena del Tintoretto, una tela di 365×568 centimetri. Era inoltre facilmente trasportabile, nonché più economica. Questo supporto, inoltre, si diffuse insieme ai colori ad olio – anch’essi importati dal Nord Europa poco prima – i quali davano il meglio proprio su tela.

Per capire il generale e duraturo apprezzamento per questo supporto è sufficiente guardare ad una singolare consuetudine sviluppatasi in Francia tra il XVIII e il XIX secolo: in molti casi, infatti, si trasferirono dei vecchi dipinti dalle tavole alla tela, utilizzando una tecnica parallela a quella dello strappo nel mondo degli affreschi.

La tela da pittura, oggi

Le tele che utilizziamo oggi, dunque, sono il frutto di secoli e secoli di migliorie e di perfezionamenti. Le tele che vanno per la maggiore sono quelle che, realizzate attraverso la preparazione universale, si prestano ad essere acquistate ed utilizzate con colori ad olio, colori acrilici e via dicendo. Il supporto classico è composto dall’intreccio di fibre di lino, oppure, in alternativa, di canapa e di juta. Per rendere maggiormente accessibili questi supporti, però, sono andati via via diffondendosi altri materiali, come il cotone e le fibre sintetiche, le quali negli anni hanno migliorato le rispettive performance. Difficile, in ogni caso, trovare una tela migliore rispetto a quelle in lino. Vediamo nel dettaglio, in ogni caso, quali sono le alternative in fatto di materiali per le tele da pittura.

Fondamentale è l’imprimitura, cioè il processo tramite il quale una tela viene preparata ed è quindi “pronta” per dipingere utilizzando la tua tecnica preferita, che essia sia olio, acrilico, tempera… Vuoi sapere come imprimere la tua tela grezza? Allora leggi la nostra guida su “Come preparare una tela?”.

Dettaglio di una tela per dipingere

I vari tipi di tela per dipingere

Tela di lino: partiamo da quella che abbiamo già preannunciato come la migliore tra le tele per la pittura in commercio. Ma perché il supporto realizzato a partire dalla pianta linacea è quello più apprezzato? Caratteristica principale della tela di lino è la trama molto fitta, la quale si presta alla perfezione alla realizzazione di ritratti. Ma non è tutto qui: a suo favore c’è anche l’ottima resistenza nel tempo, in virtù della resistenza alle trazioni e ai cambiamenti di temperatura e di umidità. Come è noto, oltre ad essere quella con le migliori performance, la tela in lino è anche quella con i costi maggiori – soprattutto nel caso delle tele in lino extra-fine.

Tela di cotone: potremmo definirla come la seconda scelta per eccellenza, anche se, come vedremo tra poco, in realtà c’è uno scalino intermedio tra le tele in cotone e quelle in lino. Anche qui abbiamo a che fare con una trama molto fitta. La resistenza delle tele in cotone, però, non è paragonabile a quella dei supporti in lino.

Tele misto lino: questa è la tela scelta da chi vuole le caratteristiche del lino ma non intende spendere troppo. Questa tipologia è dunque molto diffusa: nel caso di pittura con colori acrilici, va scelta sempre e comunque con una preparazione universale

Tele misto cotone: in questo caso non si ha a che fare con una tela al 100% cotone, quanto invece con un misto di cotone e fibre sintetiche (e quindi nylon o poliestere). Il prezzo scende ulteriormente, ma con essa cala anche la resistenza alle trazioni. Queste tele, inoltre, possono causare giochi di luce indesiderati, andando quindi a guastare i lavori dei pittori più esigenti.

I segreti delle tele

Come si è visto, il costo delle tele, talvolta, può essere importante. Per questo, in alcuni casi, i pittori preferiscono utilizzare due volte la stessa tela, riutilizzando il retro di un dipinto sfortunato per realizzarne un altro. Ed è così che, in alcuni casi, si sono scoperti dietro a dei quadri molto famosi (si pensi ad alcuni Picasso) ulteriori dipinti ‘nascosti’ dallo stesso artista. Estremamente curioso e particolare è un caso relativo a Francis Bacon, il quale, dopo aver fatto delle prove per il suo Studio dal Ritratto di Innocenzo III, affidò ad un pittore dilettante quella stessa tela per ‘riutilizzarla’, raccomandandosi però di tagliarla a pezzi. Ebbene, quel dipinto preparatorio del pittore irlandese venne trovato solo nel 2006, dietro a dei quadri di poco valore, in tanti piccoli pezzi: casualmente, dunque, gli eredi di quell’artista dilettante si ritrovarono in casa un’opera dal valore di centinaia di migliaia di euro

 

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