Perché tutti i pittori e tutti gli illustratori dovrebbero conoscere la teoria dei colori?
Semplice: il nostro lavoro e la nostra passione comporta l’uso di colori e vernici colorate. E’ quindi fondamentale conoscere le regole che stanno alla base di questo mondo, per vari motivi. Per riuscire ad ottenere sempre la tonalità desiderata, per accostare al meglio i colori delle proprie creazioni, per comporre delle palette efficaci e sì, anche per capire e distinguere termini come valore di un colore, temperatura di un colore, tono e via dicendo.
Il problema, però, è che la teoria dei colori è piuttosto complessa: per capirla davvero fino in fondo bisogna infatti parlare di luce, di rifrazione e via dicendo.
In questa guida faremo una breve introduzione alla teoria dei colori, per darti tutte le informazioni necessarie senza rubarti troppo tempo.
Buona lettura!
- Breve storia della teoria dei colori
- Cosa dice la teoria dei colori
- I termini legati alla teoria dei colori
Breve storia della teoria dei colori
La teoria dei colori come la conosciamo oggi è il risultato di un lungo percorso di studi da parte dei grandi intellettuali del passato, in particolar modo dal Rinascimento in poi. Alcuni principi di ordine generale si trovano già negli appunti di Leone Battista Alberti e di Leonardo da Vinci, nel quindicesimo secolo.
Se volessimo però individuare la prima ruota dei colori, ovvero la rappresentazione grafica della teoria dei colori come la conosciamo oggi, dovremmo aspettare fino al diciassettesimo secolo: fu infatti verso la fine del milleseicento che Sir Isaac Newton concepì la ruota dei colori, con i colori secondari a fianco dei primari.
La ruota dei colori di Newton
Newton compose infatti una ruota composta tra rosso, arancione, giallo, verde, blu, indaco e viola, a rendere espliciti i rapporti tra un colore e l’altro. Da quel momento in poi, la ruota dei colori divenne il più efficace strumento a disposizione degli artisti per capire le relazioni tra i vari colori, e soprattutto le relazioni tra colori primari, colori secondari, e colori terziari.
A partire da questi studi Newton continuò a interessarsi ai colori e alla luce, fino ad arrivare a pubblicare nel 1706 il trattato “Opticks, or, a Treatise of the Reflections, Refractions, Inflections and Colours of Light”, in cui il grande matematico descrisse la natura della luce, descrivendola come un insieme di raggi colorati caratterizzati da angoli di rifrazione differenti. Newton arrivò a queste conclusioni dopo anni di esperimenti, facendo filtrare la luce solare in un ambiente oscuro e quindi attraverso un prisma.
Nei decenni seguenti la teoria dei colori di Newton venne studiata, criticata, modificata.
Tra i critici più famosi di questa teoria ci fu per esempio Johann Wolfgang von Goethe, che noi tutti conosciamo per i suoi lavori letterari più che per i suoi – comunque importanti – lavori scientifici, il quale per spiegare la sua visione pubblicò il saggio “Zur Farbenlehre”, per l’appunto, “La teoria dei colori”.
Cosa dice la teoria dei colori
Cosa dice la teoria dei colori, in sintesi?
Quel che importa gli artisti è che questa teoria afferma – e spiega – che da tre colori primari è possibile ottenere praticamente tutti gli altri colori. I colori primari sono magenta, giallo e blu, che non possono essere ottenuti mescolando altri colori; i primi tre, mescolati due a due, danno vita all’arancione, al verde, al violetto e all’indaco. Mescolando questi colori secondari, si potrà ottenere qualsiasi altro colore.
Certamente, però, avrai sentito dire anche tu talvolta che i colori primari non sono magenta, giallo e blu, quanto invece il rosso, il verde e il blu. Qualcosa, dunque, non quadra.
Devi allora sapere che esiste una sola teoria dei colori, la quale però lascia spazio a due interpretazioni, in base al “punto di vista”. Parliamo quindi di sintesi additiva e sintesi sottrattiva.
Se pensiamo all’occhio umano, e a tutti i dispositivi che cercano di imitarlo, si parla di sintesi additiva: in questo caso i colori primari sono il rosso, il verde e il blu, i quali tutti insieme formano in bianco. Questo perché è così che funzionano i nostri occhi: se in una stanza buia proiettassimo nel medesimo punto due luci colorate, per esempio una rossa e una blu (due colori primari della sintesi additiva) vedremmo un violetto. E questo sarà opera dei nostri occhi, senza che vi sia un reale “mix” tra i due fasci luminosi.
Altro discorso è quello della sintesi sottrattiva: qui i colori primari il magenta, il giallo e il blu, i quali tutti insieme formano il nero – o qualcosa che si avvicina parecchio. Questa è la sintesi che descrive il fenomeno fisico che ha luogo quando mescoliamo concretamente dei pigmenti di colore primario. Qui la mescolanza dei colori, dunque, è effettiva.
I termini legati alla teoria dei colori
Abbiamo visto, quindi, quali sono le relazioni tra colori differenti. Il problema, però, è che nel mondo dell’arte non si parla solo di colori. No, si parla anche di toni, di saturazione, di valori… fare confusione, soprattutto quando si parla con – o si leggono dei testi scritti da – degli esperti, è quasi scontato.
Facciamo quindi un passo in più, e vediamo un po’ di lessico associato alla teoria dei colori.
Cosa significa saturazione
Cosa significa che quel colore è più o meno saturo? Semplice: più un colore è saturo, più è puro.
Questo significa che, per rendere per esempio meno saturo un colore a olio, e quindi per abbassare il suo livello di saturazione, si andrà ad aggiungere del grigio, oppure qualche goccia del suo colore complementare
Cosa significa luminosità
Si parla spesso della luminosità o del valore di un colore. Questi termini indicano la quantità di bianco o di nero presente in quel colore.
Va detto che luminosità e saturazione, per quanto siano dei fattori separati, non sono del tutto indipendenti tra loro, e anzi sono legate anche al concetto di tono.
Cosa significa tono
Ecco un termine utilizzatissimo ma “difficile”. Questa parola si usa di fatto per indicare dei colori non puri. Non stupisce quindi che molto spesso questo termine venga usato come sinonimo di colore.
Cosa significa temperatura
Sicuramente avrai sentito parlare di colori freddi e di colori caldi.
Di fatto, la ruota dei colori si divide a metà tra colori freddi e colori caldi, a creare uno spartiacque importante circa la temperatura dei colori. Da una parte avremo il verde, l’azzurro e il blu, dall’altra il giallo, l’arancione e il rosso. Il bianco, il nero e il grigio sono invece indicati tendenzialmente come dei colori neutri, a formare una terza gamma quanto a temperatura del colore.
Ora dovresti avere una visione abbastanza chiara della teoria dei colori e dei principali concetti a essa collegati. Buon lavoro!
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