Facile distinguere il rosso dal blu, il verde dal giallo. Più difficile invece distinguere il rosso dallo scarlatto, il porpora dal rosso veneziano, il fucsia dal magenta, il rosso cardinale dal rosso ferrarese. Certo, c’è chi è più portato a distinguere i vari colori, e chi meno. Ma nessuno riesce a distinguere in modo univoco e preciso ogni possibile sfumatura.
Quando si parla di metodi per descrivere in modo univoco le lunghezze d’onda visibili dagli occhi umani non si parla nello specifico di teorie del colore, quanto invece di “spazi di colore”. Tra questi abbiamo anche il sistema Munsell dei colori, il tema dell’articolo di oggi.
- Gli spazi di colore: i metodi per esprimere in modo univoco i colori
- Chi era Munsell?
- Cos’è il sistema Munsell dei colori?
- Le coordinate del sistema Munsell: tonalità, saturazione, luminosità
- Il Munsell Book of Color
Gli spazi di colore: i metodi per esprimere in modo univoco i colori
Il sistema Munsell non è l’unico spazio dei colori: esistono altri diversi metodi usati per individuare i vari colori dello spettro visibile. Si tratta di sistemi utilizzati nei più diversi settori, dall’edilizia al tessile, dalla gemmologia all’archeologia.
Tra i più diffusi c’è per esempio lo spazio colore CIELAB, definito nel 1976 dalla Commissione Internazionale per l’Illuminazione, a partire dal precedente metodo Yxy. Per descrivere velocemente lo spazio di colore CIELAB, ci limitiamo a dire che il suo nome gergale e è L*a*b, dove L sta per luminosità, mentre a e b fanno riferimento a delle coordinate di cromaticità.
Un altro spazio di colore abbastanza diffuso è il L*C*h*, che sfrutta il medesimo diagramma del modello precedente, usando però delle coordinate cilindriche in luogo di quelle rettangolari. Non temere: capire il sistema Munsell dei colori sarà più semplice!
Chi era Munsell?
Vediamo chi è l’inventore del sistema Munsell dei colori. Non stupirà scoprire che si trattava di un artista, ovvero Albert Henry Munsell, pittore statunitense vissuto tra il 1858 e il 1918. Paesaggista e ritrattista, fu insegnante presso il Massachusetts College of Art and Design.
La fama non gli deriva però né dall’insegnamento, né dalle opere pittoriche, quanto invece dalle sue pubblicazioni, dedicate per l’appunto a definire il primo e completo sistema per definire in modo numerico ed esatto i colori.
Cos’è il sistema Munsell dei colori?
Possiamo guardare al sistema Munsell come al primo “spazio dei colori” come lo abbiamo spiegato sopra, e come al primo esempio per individuare in modo esatto, attraverso una formula alfanumerica, tutte le sfumature visibili. Il metodo Munsell è stato migliorato e modificato nel tempo: adottato a partire dagli anni Trenta dal Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti d’America come sistema di colori di riferimento per le ricerche sul suolo. Inoltre, è stato la base fondamentale per lo sviluppo degli spazi di colore successivi e più moderni.
Ma cosa vuol dire usare il sistema Munsell dei colori, nel concreto? Significa di fatto andare a confrontare visivamente ogni colore da individuare con i campioni standard contenuti nei cataloghi Munsell, ovvero i Munsell Book of color.
Con questo sistema ci spostiamo da una rappresentazione bidimensionale a una rappresentazione tridimensionale, con il colore che viene definito di volta in volta attraverso l’indicazione di tre diversi attributi: la tinta, la luminosità e la saturazione. A partire da questo metodo, così come perfezionato nel 1943, diventa possibile riconoscere i vari colori in modo quanto più oggettivo, accostando per l’appunto i campioni (portanti una sigla precisa) alla superficie colorata che si vuole indagare.
Grazie a un metodo come questo è possibile andare oltre la soggettività legata alle tipiche identificazioni dei colori. Se di solito siamo propensi a definire i toni di giallo accostando l’elemento più simile (di volta in volta il giallo limone, il giallo oro, il giallo canarino e via dicendo) con il metodo Munsell l’identificazione diventa scientifica e univoca, grazie a una classificazione delle diverse sfumature possibili. Pur partendo, va sottolineato, sempre dalle sensazioni del nostro occhio.
Le coordinate del sistema Munsell: tonalità, saturazione, luminosità
Abbiamo detto che il sistema Munsell si basa su tre coordinate, ovvero tonalità, saturazione, luminosità. Approfondiamo ognuno di questi elementi!
Tonalità
Chi ha un po’ di familiarità con la teoria dei colori sa già piuttosto bene cosa si indica con il termine tonalità, in italiano indicata anche con la parola tono, in inglese indicata con la parola hue.
La tonalità indica la lunghezza d’onda che, in un colore, prevale sulle altre nello spettro visibile. Di fatto, la tonalità è l’elemento più immediato di un colore, essendo ciò che spinge il nostro occhio a vedere un giallo in luogo del rosso, e via dicendo.
Il metodo Munsell parte proprio dal cerchio delle tonalità che, ovviamente, prende vita dalla ruota dei colori. Su questo cerchio troviamo i cinque colori principali, ovvero il rosso, il giallo, il verde, il blu e il porpora, i quali ospitano tra loro le 5 rispettive sfumature intermedie. Ecco allora che tra il rosso e il giallo troviamo la tonalità che si può creare tra questi due colori, e tra il giallo e il verde avremo la tonalità ottenibile mescolando giallo e verde, e via dicendo.
La tassonomia dei colori parte da questo cerchio basilare, con le varie tonalità indicate dalle iniziali del relativo termine inglese. Le tinte principali sono R, Y, G, B e P (rosso, giallo, verde, blu, rosso e porpora); avremo poi le intermedie, ovvero YR, YG, BG, PB e RP.
Saturazione
Passiamo al secondo elemento chiave del sistema Munsell dei colori, ovvero alla saturazione, indicata anche con il termine purezza o, in inglese, con la parola chroma. Con questi termini si indica sempre l’intensità di un colore, o meglio, quanto questo risulti distante da un bianco della medesima intensità. Si capisce quindi che un bel rosso è molto saturo, laddove invece un rosa presenta una saturazione molto bassa.
C’è un esperimento molto semplice per capire il concetto di saturazione. Basta infatti prendere due contenitori trasparenti (vanno benissimo due vecchi bicchieri di vetro) e versare nel primo dell’acqua, e nel secondo una medesima quantità di colore, come per esempio di rosso.
Ecco, da una parte, nel bicchiere d’acqua, avremo la saturazione minima, e dall’altra, nel bicchiere di colore, avremo la saturazione massima. Iniziando a versare di volta in volta un cucchiaino di colore nel bicchiere d’acqua, e mescolando dopo ogni aggiunta, andremo ad aumentare la saturazione, passando da un rosa pallido a un rosa deciso, fino ad arrivare al rosso, pur non potendo mai arrivare alla saturazione massima che si aveva all’inizio, nell’altro bicchiere.
Nel sistema di colore di Munsell il livello minimo di saturazione che si presenta al centro dello schema tridimensionale (creato a partire dal cerchio delle tonalità) e il livello massimo si trova all’esterno. Il grigio neutro presenta un livello di saturazione a 0, laddove per esempio la Terra di Siena bruciata presenta un valore di saturazione a 4, mentre il rosso cadmio raggiunge il 14.
Luminosità
Chiudiamo con il terzo attributo del metodo Munsell dei colori, la terza dimensione che rende effettivamente lo schema tridimensionale. Si potrebbe dire che in questo modo la ruota dei colori diventi una sfera, ma non è così: per via dell’esigenza di essere coerenti con la realtà percettiva dei nostri occhi, non avremo una sfera perfetta, quanto invece un solido irregolare, pur partendo da una “base” tonda.
La luminosità, che in inglese si indica con il termine value, descrive la quantità di bianco o di nero presente in un colore. In linea teorica esistono 11 crescenti livelli di luminosità: si parte dal nero, dove la luminosità è ovviamente a 0, per arrivare al bianco puro, dove la luminosità è a 10.
Il Munsell Book of Color
A partire da tutti questi principi è stato creato il Munsell Book of Color, il quale si presenta tipicamente come un catalogo diviso in più volumi, contenente delle schede a tasche, ognuna delle quali rappresenta una “sezione” del solido irregolare che abbiamo descritto finora. Ogni scheda contiene circa una cinquantina di tessere, ognuna con un codice univoco.
Ogni scheda del Munsell Book of Color presenta verticalmente la variazione di luminosità, dall’alto al basso, e la variazione di saturazione, da sinistra a destra. Ciascuna scheda presenta invece una tonalità diversa. Tutti i codici relativi ai singoli colori sono il frutto di quanto visto finora: la sigla 10B 3/9 indica un Blu con luminosità al grado 3 e saturazione pari a 9.
Leave A Comment