La storia della pittura a tempera si fonde con quella della pittura stessa.
In passato – fino alla fine del Medioevo – i colori a tempera sono infatti stati i più utilizzati dagli artisti.
Il termine ‘tempera’ deriva dall’italiano arcaico ‘tèmpra’, il quale si riferisce al tipico movimento per mescolare i vari ingredienti della tinta per rendere il colore della giusta consistenza.
Qual è la storia di questa tecnica pittorica?
In che modo venivano prodotti i colori a tempera?
Quali sono le caratteristiche principali di questa disciplina? E cosa serve per metterla in pratica?
Vediamolo insieme in questo post di introduzione al mondo della pittura a tempera!
- La storia della pittura a tempera
- La composizione dei colori a tempera
- Le caratteristiche principali dei colori a tempera
- Tutto l’occorrente per la pittura a tempera
- Domande e risposte
La storia della pittura a tempera
La pittura a tempera non è nata ieri, e nemmeno l’altro ieri.
Nessuna opera è arrivata fino a noi, ma grazie a fonti scritte sappiamo per certo che anche nell’antica Grecia i colori a tempera erano molto comuni, soprattutto per la tecnica dell’encausto – che consisteva nel mescolare della cera fusa con dei pigmenti colorati.
Le pitture a tempera più antiche che conosciamo, in ogni caso, sono quelle relative al periodo etrusco: questa popolazione italica, infatti, aveva l’abitudine di usare i colori a tempera per decorare le proprie tombe. Anche i romani, ovviamente, usarono le tempere.
A testimoniare l’ampio utilizzo di questa tecnica in epoca romana, come anche gli ottimi risultati raggiunti in quegli anni, ci sono del resto i ritratti del Fayyum: parliamo di una serie di tavole lignee pitturate con le tempere e ritrovate in una necropoli egiziana, in una zona che, ai tempi dei Tolomei, era composta in buona parte da coloni greci.
La maggioranza di queste tavole è stata pitturata proprio con la tecnica dell’encausto, la quale qui sembra aver raggiunto i suoi più alti livelli: la vivacità dei colori crea un forte effetto impressionistico che, ancora oggi, lascia estasiati. La buona conservazione di queste tavole, va sottolineato, è da ricondurre al particolare clima secco dell’Egitto: in Grecia e in Italia tali dipinti non avrebbero avuto alcuna possibilità di arrivare fino a noi.
Nell’era bizantina la tempera all’uovo iniziò ad essere usata almeno quanto l’encausto, per crescere sempre di più durante il Medioevo.
Nel Rinascimento l’uso dei colori a tempera arriva al suo apice: gli artisti quattrocentisti, però, iniziavano già a mescolare i colori a tempera a base d’uovo con piccole parti di olio o di essenze – questo per sottolineare ancora una volta che no, il fiammingo Jan Van Eyck non può essere considerato come l’inventore stricto sensu dei colori ad olio, così come tramandato dal Vasari.
Al volgere del Rinascimento, come anticipato, nello studio degli artisti gli oli iniziarono a prendere il posto delle tempere.
Va però sottolineato che molti quadri di fine Quattrocento, tutt’oggi classificati come pitture ad olio, ospitano in realtà entrambe le tecniche.
In quel periodo fu abitudine diffusa il fatto partire con delle emulsioni a base d’uovo per rifinire in un secondo momento l’opera con dei colori ad olio.
Anche nei secoli successivi, del resto, molti artisti continuarono ad utilizzare i colori a tempera per abbozzare la base delle proprie opere.
La composizione dei colori a tempera
Si sa, un tempo gli artisti non potevano fare affidamento su un negozio di accessori e vernici per la pittura, né tanto meno su un e-commerce dedicato al mondo dell’arte capace di consegnare i prodotti a casa tua in sole 48 ore!! 😀
Erano gli stessi pittori – per lo più gli apprendisti – a preparare i colori a tempera nelle varie botteghe, andando a mescolare e a temperare le varie sostanze necessarie.
Varie erano le sostanze leganti: il tuorlo, l’albume, la colla, il lattice di fico, la gomma (di tutti i tipi), la resina, la cera, gli oli.
Non esisteva, dunque, un vero e proprio standard, anche se si può affermare che, in generale, i colori a tempera più classici erano quelli a base di rosso d’uovo (laddove la chiara d’uovo era invece ampiamente impiegata per la decorazione di miniature e di messali).
A distinguere i colori a tempera dalle altre tinte, in ogni caso, c’è la loro solubilità in acqua.
Insieme ai leganti, ovviamente, venivano mescolati i colori veri e propri, ovvero i pigmenti.
Alcuni erano comuni ed economici, mentre altri erano decisamente rari e costosi.
Si pensi che in alcuni casi i pigmenti attraversavano interi Paesi per arrivare fino agli artisti, come nel caso del famoso Blu Lapislazzuli, che arrivava nelle botteghe europee direttamente dall’odierno Afghanistan.
Le caratteristiche principali dei colori a tempera
È piuttosto comune presentare le caratteristiche fondamentali dei colori a tempera a partire dalle loro differenze rispetto ai più utilizzati colori ad olio.
Tra i loro vantaggi, dunque, c’è sicuramente da sottolineare la rapidità di asciugatura.
Ma non è tutto qui: anche il fatto di essere a base di acqua rende maggiormente agevole l’uso di questi colori, i quali possono essere diluiti più facilmente.
Per lavare i pennelli e i materiali utilizzati è sufficiente utilizzare dell’acqua corrente, tutt’al più aiutandosi con l’utilizzo di appositi detergenti per la tempera.
Gli stessi vantaggi della pittura a tempera, però, possono anche diventare degli svantaggi.
Come una medaglia a due facce, infatti, l’asciugatura rapida di queste tinte può rivelarsi un ostacolo: le sfumature diventano infatti più ostiche, e la realizzazione di particolari che abbisognano di lunghe lavorazioni a umido diventa una vera e propria sfida.
Non bisogna scordarsi, inoltre, che una volta asciutti questi colori tendono a schiarire leggermente.
Tutto l’occorrente per la pittura a tempera
Tra i vantaggi di questa tecnica pittorica andrebbe annoverata anche la sua economicità: i prodotti richiesti, infatti, sono inferiori e comunque meno costosi rispetto a quelli necessari nel caso della pittura ad olio.
A ragione del basso prezzo e del minimo materiale necessario per iniziare, è una tecnica che viene consigliata ai principianti o ai ragazzi delle scuole.
Insomma se vuoi fare qualche tentativo senza spendere un capitale, la tempera è sicuramente un’ottima idea per iniziare a dipingere.
I colori a tempera per iniziare
Partiamo dai colori, visto che è di questo che stiamo parlando!
In commercio si trovano i classici tubetti di colore a tempera, e molti marchi, come Maimeri e Talens, propongono inoltre dei set di colori primari, perfetti per chi vuole partire da zero con lo stretto indispensabile.
Per le prime sessioni di pittura, grazie alla facilità nell’amalgamare i diversi colori, a partire dai colori primari, dal bianco e dal nero è di fatto possibile ricostruire qualsiasi tinta ricercata. Non ti serviranno quindi set da 50 colori!
Quando diventerai più esperta, potrai acquistare i colori che ti servono singolarmente!
I pennelli per dipingere a tempera
Oltre ai tubetti l’artista deve poter contare su una gamma di pennelli di diverse dimensioni, i quali possono essere sia morbidi che di setola – sarà lo stesso artista, in base al lavoro da compiere, a scegliere quale materiale preferire.
Il pittore che utilizza i colori a tempera, inoltre, non può fare a meno di due vasetti d’acqua – l’uno per diluire i colori, l’altro per pulire i pennelli – di una tavolozza e di uno straccio sempre a portata, per asciugare i pennelli e le proprie mani.
Non scordarti mai di lavare i pennelli dopo ogni utilizzo.
Se vuoi asciugarli nella maniera corretta potrebbe esserti utile l’uso di un asciugapennelli, cioè una specie di piccolo secchiello con una molla dove incastrerai il pennello che asciugherà a testa in giù.
Su quale supporto dipingere a tempera?
I colori a tempera possono essere utilizzati su qualsiasi superficie porosa: tra i supporti che si possono prendere in considerazione per dare libero sfogo alla propria arte ci sono dunque la carta, la tela, i cartoncini, le tavole di legno, la terracotta e via dicendo.
Naturalmente nulla ti vieta di lanciarti su una bella e grande tela, ma il mio consiglio è, soprattutto se sei alle prime armi, di partire su dei pratici e comodi cartoni telati o pannelli telati. Avrai un’esperienza di pittura ed una resa simile a quella della tela, ad un prezzo molto più contenuto. Quindi potrai sbagliare senza farti troppi problemi!
Domande e risposte
Come posso diluire le tempere? ?
Le tempere sono molto facili da diluire, servirà infatti della semplice acqua.
Quando lavori tieni sempre vicino a te due contenitori riempiti d’acqua.
Uno lo userai per sciacquare i pennelli, l’altro conterrà l’acqua che userai per diluire il colore.
Ricorda che più acqua aggiungi, più il colore diventerà liquido. Se dipingi con il quadro appoggiato su un cavalletto, se il colore è troppo liquido colerà verso il basso! Fai attenzione!
Dove posso comprare delle tempere a buon prezzo? ?
Ma questa domanda ha una risposta davvero semplice!
Conosco un negozio online con un’ampia varietà di prodotti, tempere sfuse o in set, ma anche tutto il necessario come pennelli, carta o supporti per dipingere.
I prezzi sono super convenienti e la consegna è in 48 ore a casa tua! Clicca qui per scoprire i prodotti per la pittura a tempera.
Che differenza c’è tra tempere ed acrilici? ?
Le tempere e gli acrilici potrebbero apparire quasi identici agli occhi di un principiante.
Effettivamente condividono alcune caratteristiche, ma non sono esattamente la stessa cosa.
L’acrilico, grazie alla sua composizione, è permanente, mentre la tempera è lavabile.
I tempi di asciugatura sono simili e molto rapidi, ma la finitura è opaca nelle tempere, mentre gli acrilici esistono sia in versione brillante che opaca.
Entrambe le vernici sono facili da miscelare, ma attenzione quando si lavora! Se lasciato all’aria il colore acrilico asciuga più rapidamente, mentre la tempera resisterà un po’ di più.
Le tempere sono lavabili? ?
Si, le tempere sono lavabili! Nel caso i tuoi vestiti, o quelli dei tuoi bambini (più probabile!! :D) fossero sporchi, fai così:
- Aspetta che la tempera si sia seccata bene.
- Immergi l’abito, maglietta o pantalone in una bacinella con dell’acqua tiepida per ammorbidire la macchia.
- Aggiungi una piccola quantità di detersivo, meglio se a base di acido citrico (limone). Mi raccomando poco, pensa all’ambiente! Per non inquinare puoi usare anche una miscela green fatta con limone, aceto e bicarbonato!
- Lascia a bagno un’oretta e dopo sfrega delicatamente la macchia
- Il capo è pronto per essere messo il lavatrice per un lavaggio completo.
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