Storia dell’illustrazione botanica

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Da secoli i fiori sono tra i soggetti maggiormente dipinti, dai principianti come dai maestri. Pensiamo alle ninfee di Monet, agli iris di Van Gogh oppure alla rivoluzione floreale dell’Arte Nouveau. Sì, disegnare e dipingere fiori è una pratica molto diffusa. Ma c’è chi va oltre il disegno e la pittura dei fiori, dedicandosi a qualcosa che non è più unicamente arte, e che ha messo un piede – o entrambi – nel mondo della scienza.

Parliamo dell’arte botanica, di una disciplina antica che però ancora oggi ha un grande valore, tant’è che esistono attualmente degli illustratori botanici – pochi, certo – che si dedicano con grande passione e impegno a questa attività.

Ma che differenza c’è tra l’illustrazione botanica e il “semplice” disegno dei fiori? Qual è la storia dell’illustrazione botanica, e chi sono i più famosi esponenti di questo particolare ramo artistico-scientifico? Vediamolo insieme!

Cos’è l’illustrazione botanica, e cosa non è

Cos’è l’illustrazione botanica? Si tratta di quell’attività artistica che permette di rappresentare la forma, i colori e i dettagli delle diverse specie vegetali. Nella maggior parte dei casi gli illustratori botanici utilizzano gli acquerelli, e in ogni caso l’opera è corredata e supportata da una approfondita consultazione scientifica. L’artista botanico adora contemplare il mondo vegetale e si appassiona nel ritrarne forme e colori.

Fare un’illustrazione botanica non significa infatti unicamente dipingere ciò che si vede, ma anche comprendere la morfologia effettiva delle piante. Un’artista botanico deve infatti far sì che l’accuratezza scientifica e la disposizione estetica del suo lavoro, siano un tutt’uno per la buona riuscita del dipinto.

La destinazione tipica delle illustrazioni botaniche è costituita da libri o da riviste scientifiche, anche se non mancano di certo le opere di questo settore che vengono successivamente vendute come vere e proprie opere d’arte. Lo studio della composizione, le tonalità utilizzate e la disposizione dei vari elementi vegetali sono estremamente importanti.

L’illustratore botanico, infatti, sa accostare all’accuratezza scientifica una grande attenzione per le qualità estetica della specie, senza però mai oscurare o trascurare le caratteristiche botaniche del vegetale ritratto. Dipingere dei fiori e delle piante, quindi, non significa automaticamente creare delle illustrazioni botaniche: da una parte si parla di un’illustrazione scientifica, dall’altra di una pittura floreale.

La storia dell’illustrazione botanica: dove tutto è iniziato

Quando si è iniziato a illustrare i fiori e le piante con intenti scientifici? Non è facile distinguere storicamente il momento in cui qualcuno ha dipinto una pianta mettendo al centro il rigore scientifico.

La prima testimonianza certa di illustrazione botanica universalmente riconosciuta è il Codex Aniciae Julianae, chiamato anche Il Dioscoride di Vienna, o Vindobonensis Medicus Graecus 1. Con questi nomi ci si riferisce alla copia illustrata più antica dell’opera di Dioscoride di Anazarbo dedicata alle erbe medicinali, ovvero il De Materia Medica.

Il Corallo, Codex Aniciae Julianae

Il testo risale ai tempi di Nerone, laddove invece la copia in questione è un capolavoro della tecnica di miniatura del VI secolo, dando quindi delle immagini esteticamente appaganti ma anche scientificamente esatte al testo di Dioscoride. Attualmente il Codex è conservato presso la Biblioteca nazionale austriaca a Vienna.

L’origine dell’illustrazione botanica è quindi individuata indietro nel tempo, anche se va detto che fu solo molto più tardi, e soprattutto nel 18° secolo, che l’illustrazione botanica divenne effettivamente una disciplina rigorosa, richiesta e diffusa, con nomi destinati a diventare famosi proprio per questa attività.

Ancora prima, però, per tutto il Medioevo si continuò a raffigurare piante, anche e soprattutto per interesse medicinale, per descrivere le proprietà benefiche dei diversi vegetali. Ovviamente non era un compito facile: prima della tassonomia, prima dell’avvento della fotografia, spesso tra paesi con lingue e conoscenze differenti, comunicare materie di questo tipo non era affatto semplice. Dell’importanza dell’osservazione delle piante nel corso dei secoli sono esempi lampanti, per esempio, l’Erbario Carrarese, un manoscritto illustrato del 14° secolo, nonché il Libro del Semplice illustrato da Andrea Armadio, nel 15° secolo.

Pagine dell’Erbario Carrarese

Gli illustratori botanici più famosi

Le prime grandi artiste e i primi grandi artisti botanici

L’epoca della grande illustrazione botanica coincide con quella della grande illustrazione scientifica, e quindi con i secoli precedenti all’invenzione della fotografia. Possiamo individuare in Maria Sibylla Merian, vissuta tra il 1647 e il 1717, una delle prime grandi artiste botaniche.

Va peraltro sottolineato che i suoi lavori più famosi si trovano nel Metamorphosis insectorum Surinamensium, ovvero in un’opera dedicata non alle piante, quanto al ciclo di vita degli insetti. Questi ultimi però sono ritratti nel loro habitat naturale, ovvero nella maggior parte dei casi nelle piante, che vengono ritratte con grande rigore scientifico. Altro nome importante nella storia dell’illustrazione botanica è quello di Johanna Helena Herolt, figlia di Maria Sibylla Merian, che si concentrò sul disegno di fiori e di piante, lavorando su commissione.

E se Johanna Helena Herolt era figlia di un’artista, Georg Dionysius Ehret (1710 – 1770) era invece figlio di un giardiniere. Ma non di un giardiniere qualsiasi: suo padre lavorava nei giardini del principe di Baden-Durlach. Dapprima quello della pittura floreale fu solo un vezzo, senza alcuna pretesa scientifica, né peraltro artistica. Questo fino al momento in cui una persona in visita ai giardini decise di acquistare le opere di Georg, pagandole – vuole la leggenda – 4.000 fiorini. Fu così che Georg poté partire alla scoperta dei giardini reali di Parigi e di Londra, per poi collaborare con alcuni dei più grandi botanici del suo tempo, da Linneo in poi.

A metà strada tra pittura floreale e illustrazione botanica si situa poi l’artista francese Pierre-Joseph Redouté, il quale dipinse sia per Maria Antonietta che, successivamente, per l’imperatrice Giuseppina Bonaparte.

Pierre Josep Redouté

Il secolo d’oro dell’illustrazione naturalistica

Entrando più nettamente in quello che viene definito il secolo d’oro dell’illustrazione naturalistica (tra il 1750 e il 1850) non possiamo non citare Franz e Ferdinand Bauer. Il primo, dopo un impiego cinquantennale presso i Royal Botanic Gardens di Kew, divenne il pittore botanico del re, specializzandosi nella pittura delle orchidee; il secondo, viaggiando con esperti botanici, lavorò per mappare la flora naturale greca e australiana.

Nella stessa epoca fu attivo lo scozzese George Walker, che dipinse le piante rare dello Sri Lanka, mentre la moglie si specializzò nelle orchidee. Nome eccellente della botanica è stato poi quelli di Anne Pratt, vissuta tra il 1806 e il 1893, illustrando più di 20 libri. E ancora, dobbiamo nominare l’autodidatta Marianne North, che nella seconda metà dell”Ottocento viaggiò in ogni dove per illustrare piante, producendo oltre 800 dipinti in 17 Paesi differenti.

Nepenthes northiana, Marianne North

Articolo scritto da:

Federico è appassionato di scrittura, di arte e di sport. Su MomArte si occupa della realizzazione degli articoli e dei rapporti con gli Artisti con cui collaboriamo!

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