Quale compasso scegliere? Un’esaustiva guida all’acquisto

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Quale compasso scegliere? Questa è una domanda che si pongono molte persone, e probabilmente, se sei incappato in questa guida all’acquisto del compasso, anche tu te la sei fatta perlomeno una volta. Se lo domandano gli studenti che cercano un buon accessorio da utilizzare durante le lezioni di disegno tecnico, se lo domandano i genitori che devono dotare i più piccoli di tutto il necessario per i corsi di educazione tecnica, se lo domandano i vari geometri e professionisti del disegno tecnico e, infine, se lo domandano anche parecchi artisti. Nessuno, se non Giotto, è infatti in grado di tracciare cerchi perfetti a mano libera, e anzi siamo convinti che perfino Giotto, di fronte ad esigenze puramente tecniche, non avrebbe esitato un attimo per imbracciare un comodo e sicuro compasso. E se nel 1300 la scelta tra i compassi disponibili non era poi molto vasta, nel terzo millennio l’offerta è invece sterminata, e non è affatto semplice scegliere lo strumento più adatto. Non temere, siamo pronti ad accompagnarti in questa scelta, così da aiutarti ad acquistare il più adatto degli accessori in base alle tue reali esigenze.

Una breve storia del compasso

I compassi da disegno sono stati usati fin dall’antichità, per tracciare linee curve regolari e perfette. Già i greci – che non a caso gettarono le fondamenta della geometria piana – usavano un accessorio piuttosto simile a quello che utilizziamo noi oggi. Va però precisato che lo sviluppo successivo del compasso non è da attribuirsi alle sole esigenze del designo e in fattispecie del disegno tecnico: fu soprattutto nel Rinascimento che si moltiplicarono gli sforzi per creare un accessorio universale capace non solo di compiere operazioni geometriche, ma anche di facilitare l’esecuzione di complessi calcoli aritmetici.

A richiedere uno strumento simile erano soprattutto gli strateghi militari, i quali abbisognavano di compassi di proporzione per stimare la gittata delle armi da fuoco. Fu proprio in risposta a queste esigenze che Galileo Galilei, a cavallo tra 16° e 17° secolo, creò il famoso compasso geometrico, il quale viene considerato giustamente come il primo concreto strumento di calcolo nella storia dell’umanità. Lo stesso fisico pisano spiegava che «questo mio Compasso in pochissimi giorni insegna tutto quello, che dalla geometria e dall’aritmetica, per l’uso civile e militare, non senza lunghissimi studii per le vie ordinarie si riceve». Le successive evoluzioni e trasformazioni del compasso geometrico di Galileo, di fatto, sopravvissero negli uffici tecnici fino all’introduzione dei computer. Nemmeno l’introduzione dei software CAD, invece, ha sancito il pensionamento dei compassi da disegno, i quali restano degli strumenti centrali per tantissimi professionisti.

Ma quali tipologie di compasso esistono ad oggi in commercio?

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Quale compasso scegliere? Ecco tutte le tipologie

In base all’utilizzo che si vuole farne, è possibile acquistare dei compassi di diverse tipologie, più o meno stabili, più o meno precisi, e più o meno costosi. Ecco le possibili opzioni:

Compasso semplice: lo strumento più basic per disegnare dei cerchi su un piano. Il compasso semplice è costituito da due aste. Una termina con un ago, il quale ha lo scopo di fissare l’accessorio al foglio, nel punto che dovrà essere il centro del cerchio. L’altra, invece, termina con un sistema scrivente, tipicamente una mina. Le due aste sono tenute insieme da una semplice giunzione, ed è da essa che dipende la ‘tenuta’ dell’angolazione prescelta. Per assicurarsi una buona tenuta del compasso durante l’utilizzo – per essere dunque certi di mantenere un raggio costantemente costante – è dunque necessario stringere regolarmente il fissaggio delle aste. Come si può immaginare, questo strumento non offre alti livelli di precisione, ed è dunque poco adatto a un uso professionale.

Balasustroni: più solidi e più precisi dei compassi semplici, i balaustroni sono dotati di una vite regolabile che, attraverso una pratica rotella, permette di allargare e stringere l’ampiezza delle tue aste, così da poter disegnare curve con un raggio minore e maggiore. Oltre a permettere una più facile e più precisa regolazione, i balaustroni offrono una più spiccata tenuta, e sono dunque maggiormente affidabili.

I compassi da lavagna: questi compassi, di dimensioni maggiori rispetto ai modelli precedenti, sono pensati per tracciare delle linee su delle lavagne. Ne risulta dunque che la punta di fissaggio è sostituita da una ventosa, mentre la parte scrivente, anziché essere composta da una mina di grafite, è formata da un gessetto – oppure, nel caso di lavagne bianche, da un pennarello cancellabile.

Bene, ora sai quali sono le principali tipologie di compasso disponibili in commercio. Ora, però devi capire come utilizzare il tuo nuovo compasso nel migliore dei modi!

Come usare il compasso in modo corretto

Alcuni accessori per il disegno tecnico non presentano un utilizzo concretamente intuitivo: difficile sbagliare nell’impiego della matita e delle righe, mentre gli errori sono dietro l’angolo quando si utilizzano in modo combinato le varie squadre, o quando si vuole utilizzare un compasso per avere delle linee curve perfette.
Partendo dal presupposto per il quale sarebbe assurdo spendere dei soldi per acquistare un compasso di qualità per poi utilizzarlo in modo scorretto, vogliamo spiegarti passo dopo passo come impiegare in modo efficace questo strumento da disegno. Prima di iniziare, è il caso di controllare il compasso: la punta metallica dovrebbe sporgere quanto la mina in grafite, e quest’ultima dovrebbe essere ben appuntita – meglio ancora se a scalpello, aiutandosi con della carta abrasiva. Nel caso in cui si voglia ottenere una linea pesante o al contrario particolarmente sottile, la mina va cambiata di conseguenza (optando per una mina di durezza diversa). Fissati per bene sia l’ago che l’elemento tracciante, si potrà iniziare l’operazione che porterà al disegno del cerchio o del semicerchio.

La prima azione consiste nel regolare l’ampiezza del compasso. Il secondo passo è quello di posizionare la punta metallica nel centro designato del cerchio, il quale è tipicamente l’incrocio di due linee rette precedentemente riportate sul foglio. Per avere una presa più sicura – e per essere certi di non rovinare il piano di lavoro – si consiglia sempre di inserire un cartoncino tra il foglio e il tavolo.

A questo punto tutto è pronto per il disegno del cerchio: sarà sufficiente impugnare con una sola mano il compasso nella sua parte superiore e, con unico gesto, ruotarlo su se stesso, per completare la circonferenza (o, in caso, l’arco voluto).

Il prezzo giusto per un compasso

Quanto costa un compasso? Domanda da un miliardo di euro, che non può che restare senza una risposta certa. In commercio, in base alla tipologia, ai materiali, alle dimensioni, agli optional e al brand, si possono trovare prezzi molto differenti. I compassi più semplici possono essere acquistati per una manciata di euro, laddove invece i compassi professionali, dotati di prolunghe e di aste regolabili, possono costare 20, 30 o persino 100 euro.

In base alle tue esigenze e al tuo budget, insomma, ora dovresti essere pronto ad acquistare il compasso più adatto: i tutte le nostre offerte nella sezione dedicata agli accessori per il disegno tecnico!

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Articolo scritto da:

Fondatore del progetto MomArte, appassionato di pittura e Belle Arti a 360 gradi, completamente autodidatta e felice di essere un "eterno studente" (d'altronde non si finisce mai di imparare, no?). Amo scrivere articoli dove parlo delle tecniche pittoriche e dei materiali per dipingere. Se hai qualche domanda scrivimi e sarò felice di risponderti, oppure scopri di più su di noi!

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