Come firmare i propri dipinti? In che posizione, con quali colori?
E cosa scrivere? Nome e cognome? Le iniziali? E dove apporre la firma?
La firma dell’artista è un elemento molto importante, anche per i pittori ancora sconosciuti che ambiscono alla fama.
Certo, si può sempre affermare che un ristretto gruppo di pittori ha deciso di non firmare le proprie opere. Ma si tratta di una fetta davvero ridotta: firmare i propri dipinti vuol dire dichiarare la loro paternità, dichiararne la loro autenticità, e vuol dire anche inserirsi nel solco di una lunghissima tradizione di “firme d’artista”.
Non bisogna poi dimenticare che, spesso e volentieri – per quanto possa sembrare paradossale a prima vista – sono proprio le firme false ad aver dimostrato la non autenticità di dipinti più o meno famosi pervenuteci dal passato. Sì, i falsari del mondo dell’arte hanno talvolta delle difficoltà proprio nel riprodurre la firma del pittore.
Prima di vedere come, dove, con cosa firmare i propri dipinti, vediamo brevemente quando gli artisti hanno iniziato a firmare le proprie opere.
Fidati: la storia della firma d’artista è molto più interessante di quanto potresti pensare!
Firmare i dipinti: una lunghissima storia
Lo anticipiamo: la firma d’artista propriamente detta è una caratteristica che è diventata particolarmente diffusa negli ultimi secoli, come vedremo tra poco. Ma va detto che già nell’antichità molti artisti firmavano le loro opere, con una crescita durante il Rinascimento, epoca in cui gli artisti divennero praticamente delle star.
È famoso il marchio AD di Albrecht Dürer, il quale apponeva le proprie iniziali praticamente ovunque, anticipando di parecchi secoli questa usanza. Durante il Rinascimento, però, la maggior parte delle firme erano nascoste, e ben lontane dall’essere “scritte”. Michelangelo, per esempio, firmò alcune opere ritraendosi all’interno di esse, come accade nella Capella Sistina; lo stesso fece Raffaello all’interno Scuola di Atene, e così fece per esempio anche il Ghirlandaio nell’Adorazione dei Magi degli Innocenti.
Altri artisti scelsero di “firmare” in modo decisamente più originale e divertente.
A metà del sedicesimo secolo Bartolomeo Passerotti si firmò dipingendo un passerotto nell’angolo in basso a sinistra della Pala della Cappella di Sant’Antonio, mentre Dosso Dossi arrivò a comporre dei veri e propri rebus in piccoli dettagli dei suoi dipinti (come una “D” attraversata da un osso). E ancora, Felice Boselli, che si firmava Felix, aggiungeva spesso dei simpatici musi di gatti nei propri dipinti.
Famosa è poi la firma vergata nel bel mezzo del dipinto – ma in secondo piano – da Jan Van Eyck ne Il Ritratto dei coniugi Arnolfini, con la dichiarazione “Johannes de eyck fuit hic” ovvero “Jan von Eyck è stato qui”.
La firma diventa un’abitudine nell’ottocento
Nell’Ottocento la firma vera e propria diventerà infine una vera costante. Perché questo cambiamento? Beh, i tempi erano cambiati, e parecchio. I pittori non dipingevano più esclusivamente su contratti di committenza: questo significa che i dipinti non erano più legati a doppio filo a un mecenate o a un cliente. Erano opera del pittore, punto e basta. Per questo, nell’Ottocento romantico, la firma diventa un must have, ad affermare l’individualità dell’artista, che impone in un certo qual modo il suo marchio, il suo brand
Sulle firme d’artista nella storia, dunque, ci sarebbe da parlare per ore. Basti questo, però, per capire che sì, la firma della propria opera d’arte non è da prendere sottogamba. Vediamo come realizzarla al meglio!
Come firmare i propri dipinti
La firma che apponi sui tuoi dipinti deve essere semplice, chiara, e allo stesso tempo memorabile. Meglio evitare, quindi, arzigogoli troppo complessi, pur non scadendo in una grafia banale e scialba;
Guardando al mercato dell’arte e alle sue esigenze, il consiglio è quello di firmare sempre con nome e cognome: se un’artista non è famoso, infatti, sarà difficile riconoscere la sua firma a partire dalle sue iniziali. Chi presenta nome e cognomi molto lunghi, però, dovrebbe abbreviare un po’ la firma, con un diminutivo, con un nome d’arte o, più semplicemente, mettendo solo l’iniziale del nome (o del cognome). Una buona norma resta comunque quella di firmare il retro della tela con nome e cognome completi, per evitare dubbi;
La firma può essere usata per andare a bilanciare il dipinto. Se per esempio il punto focale del quadro è a destra, la firma dovrebbe essere fatta a sinistra, per equilibrare il tutto. Di norma, in ogni caso, le firme sono apposte negli angoli in basso del quadro, anche se non mancano artisti che hanno firmato i propri dipinti un po’ da per tutto (si pensi a Van Gogh che apponeva il suo “Vincent” nei lunghi più disparati);
Quando firmare la tua opera
La firma dovrebbe essere fatta subito dopo aver concluso l’opera. Di fatto, quando si dà l’ultima pennellata di colore, si dovrebbe firmare il dipinto. Questo per fare in modo che la firma “leghi” con gli strati sottostanti, a creare una superficie omogenea in vista della vernice finale;
Chi usa del colore a olio dovrebbe rendere un po’ più fluido il colore, con un apposito medium, prima di effettuare la firma; nel caso dei colori acrilici basterà invece aggiungere un po’ d’acqua;
In ogni caso, per firmare la propria opera, è necessario avere un pennello molto sottile, per non essere costretti a fare dei tratti “importanti”;
Gli artisti che non firmano le proprie opere lo fanno per il timore di andare a rovinare il dipinto con una firma, ovvero con un elemento estraneo. Non è una preoccupazione da nulla, ed è giusto impegnarsi affinché la firma non rovini il tutto.
Ecco dunque che è importante firmare usando un colore già presente nel dipinto; molto meglio anzi usare uno dei colori principali del quadro.
Alcuni pittori, per esempio, usano uno dei colori dominanti del dipinto schiarendolo un po’, per essere certi di non introdurre un elemento eccessivamente distintivo; questo naturalmente è solo un consiglio, tu sei libero di utilizzare qualsiasi tinta ritenga più adatta alla tua firma… addirittura, se vuoi, un colore complementare al fondo su cui andrai a firmare!
Allenati a firmare… come un professionista!
Prima di firmare un proprio dipinto, è bene allenarsi a farlo, per non rischiare di rovinare un lavoro tanto sudato. Ecco quindi che è bene allenarsi a vergare la propria firma con il pennello, cosa che, almeno all’inizio, non sarà semplicissima. Per essere certi di non fare errori al momento cruciale, meglio fare anche qualche prova su tela, usando magari qualche vecchio ritaglio;
Puoi decidere o meno di aggiungere l’anno accanto alla tua firma: può essere utile per te, come per il tuo eventuale pubblico;
Per firmare un dipinto è bene pensare all’eventuale cornice: in linea di massima, dunque, si dovrebbe posizionare la firma almeno a 2 – 4 centimetri dal brodo della tela;
Infine, fai in modo che lo stile della tua firma non cozzi con quello del tuo dipinto!
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