Come dipingere un quadro astratto

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Potevo farlo anch’io!

È questa la reazione naturale che molte persone hanno ritrovandosi di fronte a un quadro astratto.
Sì, perché di fronte a loro non vedono altro che una tela pittorica sulla quale il pittore ha ‘infierito’ vergando con un pennello – o con una spugna, o con le mani, o direttamente con i tubetti dei colori a olio oppure acrilici – delle linee apparentemente casuali, che non vogliono quindi descrivere nulla di reale, di palpabile.

Queste persone non si pongono alcuna domanda su come dipingere un quadro astratto: per loro si tratta di qualcosa di semplice e immediato, che non comunicando nulla può essere fatto senza alcuna preparazione né tecnica, e per di più senza una reale idea alla base.

Ma è davvero così??

Ovviamente no: dipingere un quadro astratto può anzi essere molto più difficile che dipingere un quadro nel senso classico del termine.
Sì, perché in questo secondo caso esistono delle regole e delle convenzioni da seguire, che in qualche modo guidano e indirizzano l’artista verso il risultato finale.

Al contrario, con la pittura astratta non esistono limiti, né regole, ed è proprio per questo motivo che non è affatto semplice spiegare come dipingere un quadro astratto.
Ma cos’è, nel concreto, un quadro astratto, e in che modo si differenza dagli altri?


Esempio di quadro astratto: Hilma af Klint - Svaven, 1915.

Esempio di quadro astratto: Hilma af Klint – Svaven, 1915.


Cos’è un quadro astratto?

Prima di capire come dipingere un quadro astratto, è meglio cercare di comprendere nello specifico di cosa stiamo parlando.

Indubbiamente, sappiamo abbastanza bene cosa non è il frutto dell’arte astratta.
Non lo è la Gioconda di Da Vinci, non lo l’Ophelia di Millais, non lo è La nascita di Venere di Botticelli.

Ma da qui a dire cos’è nel dettaglio un quadro astratto… di fatto non esiste una vera e propria corrente astrattista, tant’è che nelle opere astratte troviamo lavori incredibilmente differenti tra loro, che hanno poco o nulla in comune. Come possiamo dire che gli spruzzi di Pollock e i quadrati di Mondrian sono simili, o che appartengono a uno stesso sentire? Semplicemente impossibile. Eppure in entrambi i casi si parla di opere astratte.

Proviamo quindi a fare un passo indietro.
Quando si è iniziato a dipingere dei quadri astratti? Ebbene, di fatto questi entrarono in scena allo scadere della Belle Epoque.

L’ottimismo dell’Ottocento venne lasciato alle spalle, travolto da una parte dal fragore della Prima Guerra Mondiale, che spazzò via in un lampo tutte le belle speranze, e dall’altra dalla percezione che l’uomo non era quell’essere razionale che pretendeva di essere. I quadri astratti, quindi, possono essere visti come dei figli del Novecento, di un nuovo sentire, nonché delle spinte irrazionali dell’animo umano, magistralmente individuate e presentate da Sigmund Freud.

Se dunque nella letteratura gli studi della psicoanalisi e dell’animo dell’uomo hanno portato a capolavori come l’Ulisse di Joyce, la Coscienza di Zeno di Svevo, La Cognizione del dolore di Gadda e il Doppio sogno di Schnitzler, in pittura hanno portato – anche e soprattutto – ai quadri astratti.

Ma qual è il primo quadro astratto della storia? Chi ha dimostrato per primo a tutti come dipingere un quadro astratto?
Ebbene, non esiste un’opera che effettivamente dà il via alla pittura astratta.

Solitamente, per semplificazione, nei manuali di storia dell’arte si individua in Vasilij Kandinskij il fondatore dell’astrattismo, con i suoi acquerelli a partire dal 1910. Non si può però discutere il fatto che, ancora prima di Kandinskij, la svedese Hilma af Klint realizzò dei quadri propriamente astratti, pur non accompagnandoli da un carico teorico come quello creato da Kandinskij.

Da lì in poi, l’astrattismo, seppur non normato, prese il sopravvento, tant’è che tanti capolavori del Novecento sono da ricondurre a questo movimento tutt’altro che unitario. Il “Giallo, rosso blu” di Kandinskij, le famosissime composizioni geometriche di Piet Mondrian, le opere di Henri Matisse, le realtà invisibili di Paul Klee, per arrivare fino ai quadri sgocciolati e totalmente distaccati dalla realtà di Jackson Pollock.

Ti abbiamo dunque spiegato, in linea di massima, cosa è l’astrattismo, e abbiamo accennato ai suoi principali maestri. Non ti abbiamo ancora detto, però, come dipingere un quadro astratto!


Esempio di quadro astratto: Vassily Kandinsky - On White II, 1923

Esempio di quadro astratto: Vassily Kandinsky – On White II, 1923


Gli accessori necessari per dipingere un quadro astratto

Per dipingere un quadro astratto è prima di tutto obbligatorio avere tutti gli accessori necessari.
Certo, abbiamo detto che non esistono regole fisse, ma bisogna pur partire da qualcosa.

Ti servirà dunque una tela – tendenzialmente ampia – la quale però potrebbe non essere preparata, né stesa (cose che farebbero inorridire un pittore più classico).

Dovrai avere poi dei colori: per la pittura astratta sono perfetti gli acrilici, ma è possibile usare anche i colori a olio, le tempere e perfino gli acquerelli (come Kandinskij).

Ti serviranno, poi, dei pennelli da pittura, di diverse dimensioni. Non che siano strettamente obbligatori: Pollock versava il colore direttamente dai barattoli, mentre altri pittori hanno realizzato quadri astratti utilizzando spugne, spatole o le loro stesse mani.

Solitamente, nel momento in cui si vuole creare un quadro, ci si aiuta con un cavalletto, così da poter dipingere nella posizione perfetta in totale tranquillità. I pittori astratti, non di rado, preferiscono invece cambiare posizione, posizionando la tela a terra per poterla ‘dominare’ dall’alto.

Come dipingere un quadro astratto: una guida

Ora che hai tutto il necessario, puoi capire come dipingere un quadro astratto.

Prima di tutto, ti serve un’idea.
Sì, perché – al contrario di quanto pensano quelli che dicono ‘potrei farlo anch’io’ – dietro a un quadro astratto ci deve essere senza dubbio un’idea forte. Un quadro astratto non rappresenta nessun oggetto reale, non è né un paesaggio, né una natura morta, né un ritratto, poiché per l’appunto rappresenta qualcosa di interiore.

Non è un caso se molti pittori astratti consigliano di iniziare a dipingere con gli occhi chiusi. Chi è abituato a dipingere nel modo classico, ritraendo persone o oggetti, sarà infatti istintivamente portato ad abbozzare figure note e riconoscibili. Chiudendo gli occhi questo non succederà, e sarà più facile lasciare correre l’immaginazione.

Da qui in poi, tutto dipende da te: come detto, per dipingere un quadro astratto non esistono né regole né limiti, ed è quindi normale che non possano esserci che pochi consigli. Una cosa, però, possiamo senz’altro dirtela: impara a capire quando il tuo quadro astratto è terminato, quando quindi è il momento di smettere di riportare ulteriori ritocchi.

Spesso, infatti, si finisce per rovinare l’impeto iniziale con degli interventi continui.




Articolo scritto da:

Fondatore del progetto MomArte, appassionato di pittura e Belle Arti a 360 gradi, completamente autodidatta e felice di essere un "eterno studente" (d'altronde non si finisce mai di imparare, no?). Amo scrivere articoli dove parlo delle tecniche pittoriche e dei materiali per dipingere. Se hai qualche domanda scrivimi e sarò felice di risponderti, oppure scopri di più su di noi!

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