Ugo Nespolo è un grande artista, uno di quelli che con una sapiente sperimentazione sul colore ha certamente contribuito a forgiare l’estetica contemporanea, dagli anni Settanta ad oggi.
Dall’arte al cinema fino al teatro, che lo ha visto impegnato nella creazione di scene e costumi anche per l’Opera di Parigi e l’Opera di Roma, Nespolo è un genio creativo a tuttotondo, che ha fatto della versatilità una sua attitudine: «Per me l’arte va vissuta a pieno campo».
Ma la sua trasversalità ha avuto sempre un punto fermo, che ha contraddistinto la sua poetica: l’uso generoso e imprescindibile del colore. In particolare dell’acrilico. E il suo brand prediletto, sin dagli anni newyorkesi, è Liquitex.

Studio Nespolo, 2021
Che rapporto ha con il colore?
Un rapporto totale. Il mio lavoro è caratterizzato dalla convinzione che il colore sia il veicolo più adatto a raccontare le immagini. L’ideologia dell’astrazione totale e dell’abolizione del colore non ha fatto presa sulla mia poetica. Continuo a pensare che il colore sia un medium straordinario sin dalla notte dei tempi.
In molti suoi lavori utilizza l’acrilico. Quale necessità espressiva la spinge a utilizzare questo materiale?
L’acrilico permette di fare velocemente sovrapposizioni, è una materia con la giusta consistenza. Consente di lavorare senza necessariamente intervenire sulla composizione del colore con i diluenti. Quindi è un mezzo assolutamente contemporaneo, che ha quasi soppiantato la tempera. E lo dico io, che sin da ragazzo ero abituato a crearmi i colori da solo in studio.

Studio Nespolo, 2021
A suo giudizio, qual è stata l’influenza dell’acrilico nella pittura contemporanea?
Eccezionale, direi quasi universale. Tra chi dipinge e usa il colore, c’è una quantità altissima di artisti che si rivolgono all’acrilico. Soprattutto per la facilità d’uso e trasporto. Non richiede oli, non rilascia odori. Ha completamente rivoluzionato l’approccio alla materia pittorica rispetto alla pittura tradizionale. Ha permesso agli artisti di concentrare le energie sull’aspetto creativo e meno su quello strumentale.
Ha un rapporto particolare con gli acrilici Liquitex.
È un brand che riesce a esprimere una qualità altissima, mi è di grande utilità. Ho usato anche altri acrilici, ma sicuramente meno soddisfacenti. Uso anche il gesso acrilico della Liquitex, in generale, su tutta la gamma, è una marca che mi dà affidabilità.
Ho conosciuto Liquitex negli anni in cui vivevo negli USA. A New York c’era un negozio che si chiamava Pearl, un quartier generale per chi aveva bisogno di materiali per le belle arti e in particolare di colori. Lì Liquitex la faceva da padrone.
La storia dell’arte va di pari passo con quella dei materiali. E Liquitex ha certamente dato un forte impulso alla creatività contemporanea. Quanto la qualità di un prodotto può influire sull’opera o sull’ispirazione?
Tantissimo. Sono certo che lo stesso Van Gogh se avesse potuto contare su materiali di differente qualità avrebbe avuto maggiori prospettive e certamente avrebbe faticato di meno, pur non cambiando la sua poetica.

Studio Nespolo, 2021
Tanti colori nel passato sono scomparsi, la stabilità e la chimica dei colori è fondamentale, sia per la resa sia per la conservazione delle immagini. Per questo lavorare oggi con l’acrilico permette di avere un rapporto con la materia improntato sull’affidabilità.
Il colore è l’essenza della potenzialità espressiva di un’opera pittorica, per questo motivo penso che la qualità del materiale sia molto importante, perché ad essa è demandata la chiarezza del messaggio di un lavoro.
Articolo a cura di Inside Art: www.insideart.eu
Leave A Comment