Le proprietà dei colori

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Il mondo intorno a noi si compone di una miriade di colori. Come riportare questo spettacolo in modo efficace nei nostri dipinti? Non basta certo comprare i migliori colori acrilici o i migliori colori a olio. Certo, avere a che fare con dei colori di qualità è importante, ma prima di passare alla pratica in modo vincente è necessario approfondire la teoria.

Per poter sfruttare al meglio tubetti e godet è necessario conoscere bene non solo l’origine, ma anche le proprietà dei colori: cosa definisce un rosso, e cosa definisce un giallo?

È questo che vedremo oggi, per andare oltre le conoscenze di base che tutti abbiamo in testa. Per padroneggiare davvero i colori a livello artistico non basta sapere che – a livello teorico – mescolando i colori primari è possibile ottenere qualsiasi tinta desiderata! È bene invece sapere di più, capire come stanno davvero le cose, per sapere davvero cosa è un colore.

Una premessa alle proprietà dei colori: tutto dipende dalla luce

Un presupposto fondamentale per capire quali sono le proprietà dei colori è quello relativo alla loro origine. Perché vediamo i colori? Vediamo i colori grazie alla luce. Su questo non ci sono dubbi: mettiamoci in una stanza buia, e non vedremo nessun colore.

Sappiamo inoltre che la luce bianca è il frutto della combinazione di tutti i colori che compongono l’arcobaleno. Ed esiste anche qui un modo concreto per verificare questa affermazione: basterà prendere un prisma di vetro e lasciarlo colpire dalla luce: a sinistra entrerà il raggio di luce, a destra vedremo quello stesso raggio “scomposto” in raggi blu, gialli, rosso. Non tutti i raggi generati peraltro risultano visibili ai nostri occhi, come l’ultravioletto da una parte e l’infrarosso dall’altra.

“Ma”. Sì, quando si parla dei colori c’è sempre un “ma”, ci sono delle precisazioni o degli approfondimenti ulteriori. “Ma” non tutti i colori vengono creati in modo diretto dalla luce. Ci sono altri fattori da prendere in gioco, come le proprietà dell’occhio umano nonché ovviamente le sostanze coloranti, ovvero le sostanze che ci permettono di vedere dei colori precisi senza che questi siano generati dalla luce. Si parla di sostanze capaci di assorbire solo una parte dello spettro e riflettere di conseguenza un solo colore.

Questo significa che, nel momento in cui vediamo qualcosa di blu – come i petali di un fiore – abbiamo a che fare con una sostanza che, inondata di luce bianca, è in grado di assorbire il giallo, l’arancio, il rosso e il verde, riflettendo in direzione dei nostri occhi solamente il blu (o quasi: come vedremo ci sono delle interferenze).

L’origine dei colori deve sempre essere tenuta a mente per capire tutto quello che ne consegue, come per l’appunto le proprietà dei colori: vediamo quali sono!

La temperatura

La prima proprietà dei colori che vogliamo affrontare oggi è la temperatura di un colore. Si tratta di una caratteristica che cogliamo in modo piuttosto istintivo: non serve che nessuno ci dica quali colori sono freddi e quali sono invece caldi. O meglio: davanti a due colori, non avremmo problemi nell’indicare il più freddo o il più caldo dei due. Questo perché si tratta di una proprietà istintiva, ma anche relativa.

Pensiamo per esempio al giallo e al blu: non abbiamo dubbi nel dire che il primo è caldo e il secondo è freddo. Andandoli a mescolare, avremmo un verde, il quale sarà più freddo del giallo e più caldo del blu. Ma come definiremmo il verde (anzi, un verde) di per sé, senza compararlo a un colore di una temperatura diversa?

Prendiamo un altro colore caldo, ovvero il rosso. Aggiungendo un po’ di blu avremo il viola, il quale di nuovo sarà più freddo del rosso, più caldo del blu. Ma attenzione: anche i colori tipicamente caldi possono diventare, ai nostri occhi, freddi, per l’appunto perché si tratta di una definizione relativa. Prendiamo due gialli: entrambi sono certamente dei colori caldi. Ma ipotizziamo che uno abbia una goccia di rosso, un’altro una goccia di blu. Di certo queste aggiunte non basteranno per renderli “non gialli”, ma saranno sufficienti per rendere uno più caldo dell’altro, che in quella comparazione diventerà quindi un giallo freddo.

Si capisce quindi che la temperatura è un’importante proprietà dei colori, ma che allo stesso tempo non può essere utilizzata per dividere in due gruppi definiti e assoluti lo spettro visibile. Sappiamo però che esiste un’area indicativa di colori caldi, che si raccoglie intorno al giallo, e un’area di colori freddi, che si posiziona intorno al blu.

La tonalità

Abbiamo già parlato altre volte della tonalità dei colori: lo abbiamo fatto per esempio nell’articolo dedicato al sistema Munsell dei colori. Lì abbiamo per l’appunto citato la tonalità, sottolineando come questa possa essere indicata anche con il termine tono, oppure in inglese con la parola hue.

Cosa determina la tonalità di un colore? Di fatto questa è definita dalla proporzione in cui i colori dello spettro vengono riflessi da una determinata superficie, da una specifica sostanza. Attenzione, questo non vuol dire che una sostanza sia in grado di assorbire tutti i colori fuorché uno che viene riflesso. In realtà abbiamo invece a che fare sempre con delle superfici che riflettono una porzione dello spettro, con un colore che per ampiezza prevale sugli altri, il quale però verrà influenzato dai nostri occhi dagli altri (o dall’altro) colore riflessi.

Ecco allora che abbiamo per esempio diverse tonalità di rosso: ci sarà quello con delle tracce di giallo, quello con delle tracce di blu, e così via. All’incrementare della distanza dei colori riflessi, crescerà anche la differenza a livello di tonalità.

La luminosità

Passiamo alla terza proprietà dei colori, ovvero alla luminosità. Distrattamente si potrebbero confondere tra loro i concetti di temperatura e di luminosità, pensando che un colore caldo sia più luminoso di un colore freddo. Le cose non stanno esattamente così, e basta davvero poco per capirlo.

Dunque, la luminosità definisce quanto chiaro o quanto scuro è un colore, ovvero quanto bianco o quanto nero c’è al suo interno. Gli estremi sono noti: nessun colore è luminoso e chiaro quanto il bianco; al contrario, tutti i colori sono più luminosi e quindi chiari del nero.

Proviamo a prendere di nuovo un po’ di giallo e un po’ di blu, e iniziamo. Aggiungiamo dapprima un una goccia di blu, mescoliamo e coloriamo un quadratino con questo giallo. Poi ripetiamo n° volte l’operazione, aggiungendo sempre più blu, e disegnando un quadratino corrispondente. Avremo così una scala che va dal giallo al verde, dal verde al blu. I colori contenuti nei quadratini cambieranno di volta in volta temperatura, tonalità e anche luminosità, con il colore che diventa via via più freddo e meno luminoso.

Per capire la luminosità del resto sono ottime le fotografie in bianco e nero. Qui non ci sono colori nel senso stretto del termine (in quanto bianco, grigio e nero in via teorica non sono dei veri colori): avremo invece una scala di grigi di diverse luminosità.

La saturazione

Concludiamo la nostra descrizione delle proprietà dei colori con la saturazione. Questo potrebbe essere il termine meno immediato tra quelli visti oggi. Nel vocabolario Treccani troviamo la definizione “processo attraverso cui una determinata proprietà di un corpo, un sistema, una sostanza, espressa in genere da una grandezza misurabile, tende ad assumere un valore sempre più vicino a un valore estremo che è il più alto valore compatibile con le condizioni esterne” con la precisazione che con il termine saturazione è possibile indicare anche “il livello a cui tale processo è giunto”. Ecco, quando parliamo di saturazione di un colore parliamo di fatto del livello del processo di saturazione.

Un colore saturo è quindi un colore puro: riprendendo quanto visto sopra rispetto alla luce, un colore è tendenzialmente puro quando domina fortemente la proporzione di spettro riflessa da una determinata superficie, con una porzione marginale di altri colori presenti nel riflesso. Al contrario, quando abbiamo un riflesso con diverse e importanti tracce di altri colori, avremo a che fare con un colore poco puro, poco saturo. Il bianco e il nero, come assunto teorico, sono dei colori del tutto insaturi.

È possibile variare la saturazione di un colore: basterà mescolarlo con un colore differente. Ma attenzione, è possibile cambiare il livello di saturazione di un colore anche mantenendo costante il livello di luminosità: per farlo basterà mescolare il nostro colore con del grigio con una luminosità simile, così da ridurre la saturazione senza variare la luminosità.

Cosa accadrebbe invece se mescolassimo quello stesso colore (saturo) non con un grigio, ma invece con un bianco, che abbiamo essere visto totalmente insaturo? Ecco, anche qui riusciremmo a ridurre il livello di saturazione, nonché ad aumentare la sua luminosità, andando però a mantenere immutata la tonalità del colore. E se usassimo al posto del bianco un nero? Allora il nostro colore diverrebbe parimenti via via meno saturo, andando però a ridurre il livello di luminosità. Anche qui, però, la tonalità del colore resterebbe immutata.

Quest’ultimo esperimento, armati di un colore saturo, di un grigio, di un bianco e di un nero è fondamentale per capire operativamente le proprietà dei colori!

Articolo scritto da:

Federico è appassionato di scrittura, di arte e di sport. Su MomArte si occupa della realizzazione degli articoli e dei rapporti con gli Artisti con cui collaboriamo!

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