Quali sono le differenze tra i colori acrilici e le tempere?

  • View Larger Image Colori acrilici stesi su una tela a grana fine

Tra i colori più utilizzati per iniziare a dipingere troviamo gli acrilici e le tempere.

Il motivo per cui la scelta ricade su questi due è abbastanza semplice.
Entrambi richiedono tempi di asciugatura brevi, non necessitano di troppi prodotti ausiliari e vengono diluiti direttamente con l’acqua.

Per un principiante la scelta tra queste due tecniche non è così semplice, non tutti infatti conoscono le differenze tra i colori acrilici e le tempere. Ed è proprio a questo quesito che risponderemo con questo articolo: quali sono le differenze tra i colori acrilici e le tempere?

I colori a tempera: cenni storici e composizione

Per capire quali differenze ci sono tra i colori acrilici e le tempere, partiamo da dei dati storici. Come abbiamo visto in un vecchio (ma apprezzato) post dedicato interamente alla storia e alle caratteristiche delle tempere, queste particolari vernici per la pittura non sono assolutamente nate ieri.

Storia delle tempere

Quando parliamo di tempere, trattiamo di colori utilizzati dagli artisti da tantissimo tempo, tanto che ci sono delle fonti scritte che attestano l’uso di tempere – mediante la tecnica dell’encausto – già nell’antica Grecia.

Ma aspetta un momento: come mai parliamo di fonti scritte, e non di ritrovamenti storici di pitture fatte con i colori a tempera? Semplice: perché le tempere dell’antichità più lontana non sono arrivate fino a noi. Attenzione, questo non significa di certo che non abbiamo degli esempi antichi di lavori a tempera. Al contrario, abbiamo esempi arrivati fino a noi dall’epoca romana, ritrovati in una necropoli egiziana abitata all’epoca da coloni greci: proprio il clima secco della zona ha permesso ai dipinti di arrivare ai nostri tempi.

L’uso delle tempere fu costante per tutto il Medioevo; a partire dal Rinascimento, per opera dei fiamminghi, i colori a tempera furono in parte scalzati dai colori a olio, senza però mai scomparire del tutto. Anzi: le pinacoteche traboccano di capolavori dipinti proprio con le tempere, spesso usate assieme agli oli. Si pensi per esempio all’Urlo di Munch, ai lavori di Egon Schiele e a quelli di Giorgio de Chirico.

La composizione dei colori a tempera

Per capire quali differenze ci sono tra i colori acrilici e le tempere a livello pratico dobbiamo guardare alle loro composizioni: dal punto di vista chimico si tratta infatti di prodotti molto differenti – seppur il loro rapporto sia più stretto rispetto a quello con i colori a olio.

Le tempere sono delle vernici a base d’acqua. Al loro interno troviamo i pigmenti, i quali sono legati a formare una vernice utilizzabile per mezzo di diverse sostanze agglomeranti. E, va detto, le sostanze agglomeranti per realizzare dei colori a tempera sono le più diverse: si va dalle uova alla caseina, passando per le gomme vegetali e i collanti di origine animale.

L’origine antica di questi colori è assolutamente ovvia nello scoprire le sostanze utilizzate per formarli. Non stupisce, quindi, che le tempere siano di per sé estremamente deperibili, e che abbiano bisogno, a livello commerciale, di essere vendute con dei conservanti, come accade per i prodotti alimentari. Per secoli le tempere maggiormente utilizzate sono state quelle con l’uovo, ottime per le tavole in legno e in generale per le superfici porose, mentre oggi a livello commerciale si parla per lo più di prodotti contenenti caseina.

I colori a tempera, va detto, sono lavabili con l’acqua: questo può essere un bene, per chi non ha pazienza nel lavare i pennelli, ma anche un male, in quanto basta un po’ d’acqua per “sciogliere” un dipinto.

I colori acrilici: storia e composizione

Tutto diverso il discorso per i colori acrilici, decisamente più moderni. Come abbiamo visto nel post dedicato alla storia e alle caratteristiche degli acrilici, si tratta infatti di un prodotto molto recente.

Le origini dei colori acrilici

I colori acrilici furono inventati nel 1915 dal farmacista e chimico tedesco Otto Rohm, come vernici da impiegare a scopo industriale.

Solo a partire dai muralisti messicani, nei decenni successivi, gli acrilici fecero il loro ingresso nel mondo dell’arte, per poi trionfare del tutto insieme a Jackson Pollock, che utilizzò proprio queste vernici sintetiche per il suo dripping. Da lì il successo degli acrilici è stato enorme, diventando i colori di riferimento per gli artisti della Pop Art, da Andy Warhol in poi.

Come sono composti i colori acrilici?

I colori acrilici, più decisamente moderni anche quanto a concezione, sono a base di dispersione acquosa, nella quale troviamo delle resine, ovvero dei polimeri acrilici che rendono questa vernice molto plastica. Il risultato è un colore che può essere usato praticamente su qualsiasi superficie, dalla carta alla tela, dal vetro all’intonaco, senza scordare vetro, pietra e legno.

Le tempere, ovviamente, non riescono a fare altrettanto. Il grande vantaggio dei colori acrilici è certamente la loro brillantezza e luminosità, anche se va detto che esistono anche dei colori acrilici pensati per chi cerca una pittura opaca.

Pure i colori acrilici possono essere puliti con dell’acqua, ma solo prima della loro asciugatura, la quale è come noto abbastanza veloce, diversamente dagli oli: basti pensare al fatto che chi non chiude per bene i flaconcini di pittura acrilica rischia di trovarsi con della vernice secca! Per questo motivo, quindi, è bene lavare sempre immediatamente tutti gli accessori utilizzati.

Le differenze tra i colori acrilici e le tempere

Siamo sicuri che anche tu avrai riscontrato questa difficoltà, capire quali sono le differenze tra i colori acrilici e le tempere non è semplicissimo. Un’artista alle prime armi, infatti, potrebbe trovare delle difficoltà a decidere con quali dei due iniziare a cimentarsi.

Sia acrilici che tempere presentano pro e contro. La principale differenza tra i due risiede dentro la loro composizione, la quale gli fornisce caratteristiche diverse.

Le differenze nella composizione

Va specificato che entrambi i colori hanno una base acquosa, a differenza per esempio dei colori a olio. Ed è anche per questo motivo che entrambi possono essere diluiti con della semplice acqua.

I colori a tempera sono composti da pigmento, un legante (vedremo più sotto di quale tipo) e una base di gesso bianco o biacca per rendere la vernice più opaca. Come forse saprai già le tempere, gouache per l’esattezza, vengono chiamate anche “acquerelli opachi”.

I colori acrilici sono più moderni ed in essi troviamo una componente chimica più forte. I pigmenti sono dispersi in una emulsione acrilica polimerica, composta alla base da resine acriliche. Un processo produttivo sicuramente più complicato e che ne determina anche la resa dopo l’asciugatura.

Differenze nelle superfici di applicazione

Un’altra delle differenze tra i colori acrilici e le tempere che abbiamo potuto riscontrare nella nostra esperienza, riguarda la superficie di applicazione.

Le tempere risultano ottimali se applicate su superfici porose, con una particolare predilezione per la carta, come per l’acquerello: la finitura, in ogni caso, sarà opaca, con un effetto vellutato.

Gli acrilici, al contrario, sono applicabili su qualsiasi superficie e presentano finiture lucide oppure opache, ma sempre brillanti. I colori acrilici, infatti, possono essere suddivisi in due categorie: gli acrilici lucidi, caratterizzati da colori brillanti e acrilici opachi, contraddistinti da alta carica di pigmento e finitura particolarmente opaca.

Tempi di asciugatura e permanenza

Tempere e acrilici hanno tempi di asciugatura simili: entrambe le vernici infatti asciugano molto rapidamente, se paragonate ad altre tecniche. Naturalmente il tempo di asciugatura dipende dallo spessore dello strato di vernice che avremo applicato.

Una differenza fondamentale è invece nella permanenza del colore, sia in termini di resistenza alla luce che di impermeabilità.

Le tempere, una volta asciugate, si riattivano se messe a contatto con l’acqua, un po’ come succede con gli acquerelli. Inoltre hanno una minore resistenza alla luce, motivo per il quale bisogna conservarle con cura.

Gli acrilici invece sono “waterproof”, cioè impermeabili. Una volta secchi, non sarà possibile rimuoverli o riattivarli con l’acqua. La resistenza alla luce è più alta, in quanto, soprattutto le serie professionali, sono studiate per durare moltissimi anni in condizione di luce museale.

Meglio tempere o acrilici?

In questo articolo siamo partiti parlando brevemente della storia di tempere e colori acrilici, fino ad arrivare a parlare delle loro caratteristiche e delle principali differenze. Una domanda però che molti artisti si pongono è: sono meglio le tempere oppure i colori acrilici?

Ovviamente non c’è una risposta giusta a questa domanda, entrambi sono prodotti con caratteristiche singolari, in grado di rispondere ad esigenze diverse.

Come abbiamo già accennato nel paragrafo precedente, se sei alla ricerca di un colore in grado di riattivarsi con una pennellata d’acqua ma allo stesso tempo non sei troppo interessato ad avere un’elevata resistenza alla luce, le tempere possono essere una valida soluzione.

Se invece prediligi un colore più vivace e resistente alla luce ma, allo stesso tempo, non riattivabile con l’acqua, allora i colori acrilici sono la scelta giusta.

Le differenze nella composizione, nella resa e riguardo la superficie di applicazione, rendono questi prodotti diversi. Nessuno dei due è migliore dell’altro, ma entrambi possono essere la risposta giusta all’opera che hai in mente.

Cosa sono le tempere acriliche?

Quando si parla di tempere e colori acrilici, è importante far riferimento anche alla questione delle tempere acriliche, nello specifico cosa sono e come si usano. Spesso si crea molta confusione intorno al nome, infatti molti artisti sono soliti chiamare i comuni colori acrilici, anche tempere acriliche. Questo può far credere che colori acrilici e tempere acriliche siano la stessa cosa, in realtà non è proprio così.

Per aiutarci a risolvere la questione, viene in aiuto un fantastico prodotto di Liquitex ovvero le Acrylic Gouache, questi particolari colori possono essere definiti a tutti gli effetti, tempere acriliche. Questo prodotto è una rivisitazione del concetto di tempera, in grado di contenere all’interno della sua speciale formula tutti i benefici tipici dei colori acrilici.

Le particolari tempere acriliche sono caratterizzate da due proprietà importanti, ovvero elevata opacità e flessibilità. Esse non necessitano di essere diluite con acqua per poter essere utilizzate. Tutte le tonalità sono state realizzate in modo da fornire una consistenza cremosa e un’elevata fluidità.

È possibile mischiare tempere e acrilici?

Con questo paragrafo vogliamo provare a dare una risposta a una domanda che molti artisti, ancora oggi, si pongono. Abbiamo parlato singolarmente di tempere e acrilici, analizzato le loro differenze e parlato riguardo quale dei due colori può essere migliore dell’altro. Ora ci chiediamo, è possibile mettere insieme acrilici e tempere? O meglio, si possono mischiare tempere e acrilici?

Colori e acrilici e tempere sono entrambi miscelabili con l’acqua, chimicamente sono compatibili. Personalmente però, riteniamo che acrilici e tempere non si possano mescolare, questo a causa delle caratteristiche diverse dei due colori. Mescolare questi due coloro tra di loro potrebbe portare ad una opacizzazione eccessiva degli acrilici e a una friabilità maggiore.

Detto questo, riteniamo che ogni artista debba sperimentare e testare molteplici tecniche. Se sei un artista esperto e sei intenzionato a provare a miscelare tempere e acrilici, condividi con noi il risultato, potremmo scoprire qualcosa di nuovo!

Articolo scritto da:

Federico è appassionato di scrittura, di arte e di sport. Su MomArte si occupa della realizzazione degli articoli e dei rapporti con gli Artisti con cui collaboriamo!

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