La composizione dei colori acrilici

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Qual è l’esatta composizione dei colori acrilici? Praticamente tutte le artiste e tutti gli artisti sanno che si tratta di pigmenti mescolati con delle resine, e più nello specifico con dei polimeri acrilici. Ma se è facile capire cos’è un olio vegetale e se è altrettanto semplice farsi un’idea della natura della gomma arabica, è un po’ più complicata la faccenda intorno ai polimeri acrilici.

Oggi quindi spiegheremo una volta per tutte qual è la composizione dei colori acrilici, approfondendo tutti i termini che troviamo quotidianamente sui tubetti di queste vernici, diffuse su larga scala nel mondo dell’arte a partire dalla seconda metà del secolo scorso.

Cosa sono nel concreto i polimeri? Cosa è un’emulsione? Come funzionano i colori acrilici, e che differenza c’è tra colori opalescenti, iridescenti e fluorescenti? Risponderemo a tutte queste domande nei prossimi paragrafi!

Polimeri ed emulsioni: due semplici definizioni per iniziare

C’è chi ha fatto un po’ di chimica alle superiori, e che magari si ricorda qualcosina. E c’è chi invece non ha mai fatto una singola lezione in laboratorio con provette, becher e imbuti, e dunque da questo punto di vista non ha competenze da spendere.

Ma non c’è nessun problema: è possibile capire la composizione dei colori acrilici, così da poterli usare al meglio, anche senza avere particolari bagagli scientifici. È però importante sapere qual è il significato di due termini precisi che torneranno spesso nella spiegazione dei composti che troviamo nei tubetti acrilici, ovvero del termine “polimero” e del termine “emulsione”.

Il significato di Polimero

Per aiutarci a ricordare il significato di polimero possiamo rifarci all’etimologia greca, con la prima parte della parola, “poli”, che deriva dal grego “polys”, ovvero “molto”, e la seconda parte “mero” da “méros”, che significa “parte”.

Polimero vuol dire quindi “che ha molte parti”. Diventa così più facile ricordare che un polimero è una lunga catena costituita da piccole molecole, una identica all’altra. Andando a creare una struttura ordinata, il polimero svetta per forza e stabilità, ed è proprio questa struttura chimica di base che dà stabilità ai colori acrilici una volta stesi e asciugati.

Sezione di una catena polimerica di Poliacetilene

Il significato di Emulsione

Altro termine chimico che bisogna conoscere per capire la composizione dei colori acrilici è emulsione. Come spiega l’enciclopedia Treccani l’emulsione è “costituita dalla dispersione di goccioline di un liquido in un altro nel quale esse sono completamente (o quasi) insolubili”. Nei colori acrilici abbiamo un mix, e dunque un’emulsione, di acqua e polimeri acrilici, ovvero di due sostanze che normalmente non possono essere mescolate completamente insieme.

É quello che succede tipicamente anche olio e acqua, che possono essere sì mescolate, pur rimanendo di fatto separate. Per rendere questo mix più stabile – fino a quando l’acqua non verrà eliminata per assorbimento o per evaporazione – nella produzione di colori acrilici vengono usati degli emulsionanti chimici.

La composizione dei colori acrilici, spiegata bene

A questo punto, gettate delle basi scientifiche minime ma sufficienti, possiamo vedere qual è la composizione dei colori acrilici. Gli elementi che dobbiamo prendere in considerazione sono tre, ovvero i pigmenti, il veicolo e il legante.

Partiamo da quello che caratterizza in generale una vernice o una qualsiasi pittura, ovvero dal pigmento. Si tratta di un materiale in polvere, di qualcosa di secco, che non si dissolve mai e che resta in stato di sospensione quando mescolato alla nostra emulsione di polimeri acrilici. Esistono tantissime tipologie di pigmenti, di volta in volta organici e inorganici, naturali e sintetici. Nel nostro magazine abbiamo indagato la natura di diversi pigmenti, come per esempio il Blu di Prussia oppure l’Ultramarino.

Da soli, per la loro natura, i pigmenti non potrebbero in alcun modo restare “stabili” sulle nostre tele e sui nostri fogli di carta. Ecco allora che subentra il veicolo, ovvero la nostra emulsione composta da acqua e da polimeri acrilici.

Come sappiamo, il destino dell’acqua presente nel nostro colore da pittura è quello di scomparire una volta stesa la vernice: a quel punto la pittura si asciuga, creando una pellicola stabile che “ferma” i pigmenti. Troviamo così il legante, ovvero il polimero acrilico senza acqua.

Le caratteristiche dei colori acrilici

La particolare composizione dei colori acrilici conferisce a queste pitture delle caratteristiche peculiari e spesso uniche, che negli anni hanno attratto e continuano ad attrarre tantissimi artisti. Parliamo di colori che risultano solubili in acqua e che, una volta asciugati, risultano al contrario insolubili, nonché permanenti e flessibili.

Avremo così degli strati di pittura stabili ed esenti da crepe, con la flessibilità dei colori che aumenta con le temperature alte e che invece diminuisce con delle temperature basse. Si sconsiglia solitamente di flettere o arrotolare dei dipinti acrilici al di sotto degli 8 gradi centigradi.

I colori acrilici non hanno bisogno e non accettano medium pensati per altre pitture, come oli o solventi. Eventualmente l’artista è tenuto a usare dei medium appositi, mescolando i colori solo con quest’ultimi, con altre emulsioni acriliche oppure ovviamente con l’acqua, che dovrebbe essere sempre presente per una diluizione minima.
Altre caratteristiche peculiari degli acrilici sono degli odori ridotti, l’assenza di fumi o di emissioni fastidiose, la non tossicità, nonché la non infiammabilità.

Sul piano operativo, una delle peculiarità più amate e allo stesso tempo più temute degli acrilici (soprattutto da chi arriva dalla pittura con i colori a olio) è la velocità dell’asciugatura dei colori. Degli strati sottili possono essere completamente asciutti in 10 minuti, laddove invece degli strati più spessi possono richiedere ore o persino giorni. Ma si parla dell’asciugatura completa, non della lavorabilità effettiva del colore steso sulla tela da dipingere, sul foglio di carta o sul pannello!

Come funzionano i colori acrilici?

Vista la composizione dei colori acrilici nonché le loro caratteristiche, diventa ora più facile capire come funzionano i colori acrilici, ovvero vedere quali sono i processi che trasformano queste vernici liquide in strati di colore permanenti e stabili. Abbiamo capito che tutto gira intorno al venir meno dell’acqua. Approfondiamo la cosa!

L’evaporazione

Nel momento in cui lo schiacciamo dal tubetto, o quando lo estraiamo dal barattolo, il nostro colore si presenta come una dispersione di pigmenti colorati in un’emulsione di polimeri acrilici e di acqua. Quest’ultima, come abbiamo ormai intuito, ha il solo compito di mantenere il nostro composto liquido, e quindi lavorabile, mantenendo ben separati tra loro i polimeri acrilici.

L’evaporazione dell’acqua inizia immediatamente nel momento in cui il colore viene esposto all’aria. E il processo continua ancora più velocemente quando il colore è steso, tanto più che l’eliminazione dell’acqua viene accelerata dall’assorbenza del supporto pittorico, che può ovviamente variare in base alla superficie scelta per pitturare (tela, carta, intonaco, legno, compensato, cartoncino, vetro, metalli…).

Così facendo i polimeri acrilici si avvicinano via via sempre di più, fino a toccarsi e a fondersi, creando un corpo unico e stabile. La pellicola che avremo alla fine, se guardata al microscopio, ci mostrerà una struttura polimerica di tanti piccolissimi esagoni, con i nostri pigmenti colorati immobilizzati.

La composizione dei colori acrilici è studiata ad hoc affinché questo processo non conosca intoppi. Ma occhio: anche l’artista ovviamente deve metterci del proprio. Andando ad aggiungere troppa acqua, per esempio, si rischierebbe di andare ad allontanare troppo i polimeri acrilici, così da rendere più difficoltosa la formazione di una pellicola stabile costituita dalle strutture esagonale di cui sopra. Meglio quindi mantenersi sempre sotto al 25% d’acqua in proporzione al colore. Aggiungendo un medium acrilico, invece, non si correranno rischi di questo tipo.

Il cambiamento di colore

L’artista che vuole imparare a usare alla perfezione i colori acrilici deve inoltre sapere che nel momento in cui le tinte vengono stese sul supporto pittorico non si avvia solamente il processo chimico dell’evaporazione dell’acqua. C’è qualcos’altro da tenere in considerazione, ovvero il cambiamento di colore della nostra emulsione.

Abbiamo capito che all’inizio il colore è intriso d’acqua, con un’emulsione che non è del tutto incolore: fin tanto che è presente dell’acqua, la nostra emulsione polimerica ha infatti un’apparenza biancastra, lattiginosa, la quale poi scompare nel momento in cui i colori acrilici si asciugano.

È bene tenere presente questo processo di scurimento del colore, per non ritrovarsi con un dipinto molto più scuro di quanto ci si sarebbe aspettato! I pittori più attenti avranno già peraltro notato che questo mutamento non è parimenti marcato nei diversi colori: tipicamente si tratta di un passaggio di poco conto sui pigmenti chiari e opachi, e al contrario di una trasformazione netta nel caso di tanti pigmenti scuri.

La composizione dei colori acrilici speciali

Non esistono solamente i colori acrilici classici. Al contrario questi colori per la pittura moderni, gli ultimi arrivati nell’universo artistico, offrono tantissime possibilità, con i produttori che presentano delle serie speciali e spesso sorprendenti. Anche in questi casi, è interessante capire la composizione chimica dei colori per comprendere da dove arriva l’eccezionalità delle tinte, così da conoscerle e sfruttarle nel migliore dei modi.

I colori acrilici interferenza

Partiamo con i colori acrilici interferenza, definiti di volta in volta in modo differente dai vari produttori nelle linee dedicate. Di cosa si tratta? Parliamo di tinte trasparenti che presentano una volta stese un aspetto quasi metallico, con il colore che cambia in base dalla prospettiva, o meglio, dall’angolo con cui si guarda al dipinto.

Come è possibile? Questi colori contengono al loro interno delle scaglie di un minerale (si usa la mica, della sottoclasse dei fillosilicati) rivestite di titanio. L’aspetto peculiare dei colori acrilici interferenza è dato dai giochi che i raggi di luce fanno quando incontrano le scaglie rivestite in titanio, rimbalzando a un altro indice di rifrazione.

In effetti non è facile spiegare qual è il risultato di un colore acrilico interferenza una volta steso: è a metà strada tra una superficie metallica e l’effetto creato da un un sottilissimo strato di olio su una superficie d’acqua.

Per dare il meglio, i colori acrilici interferenza, essendo trasparenti, vanno stesi su altri colori, per creare l’interferenza voluta: su dei colori chiari, il risultato sarà traslucente, mentre su dei colori più scuri si avrà l’effetto di un colore pastello brillante.

I colori acrilici iridescenti

I colori acrilici iridescenti, definiti talvolta anche metallici, costituiscono un’altra classe di colori acrilici speciali o decorativi. La composizione di questi colori è simile a quella dei colleghi opalescenti: anche qui si parla di scaglie di minerale mica rivestite di titanio, rivestite nuovamente di uno strato esterno trasparente realizzato con delle sostanze in grado di assorbire la luce, così da avere dei pigmenti otticamente opachi.

Qui non c’è quindi nessun salto di interferenza, come visto sopra, per un effetto metallizzato soddisfacente, senza il rischio di ossidazione. Per un utilizzo ottimale è bene evitare assolutamente di mescolare i colori iridescenti con delle tinte opache.

I colori acrilici fluorescenti

Chiudiamo questa breve carrellata di colori acrilici speciali con i colori fluorescenti. Si parla in questo caso di tinte decisamente brillanti e intese, realizzate grazie a un particolare rivestimento polimerico capace di assorbire la luce ultravioletta e di restituire più luce di quanto se ne è ricevuta. Da qui per l’appunto la fluorescenza di queste tinte, capace di creare risultati eccezionali sui pigmenti classici.

Non va però mai dimenticato il fatto che la fluorescenza di questi colori non è stabile, e tende a ridursi nel tempo. Insomma, meglio non usare questi colori acrilici speciali per opere destinate a durare nel tempo!

La pulizia dei pennelli per colori acrilici

Chiudiamo questo lungo articolo sulla composizione dei colori acrilici e sulle relative conseguenze con qualche dritta sulla pulizia dei pennelli usati con queste vernici. In assenza di sostanze come gli oli vegetali, la pulizia di quanto usato nella pittura acrilica è fortunatamente facile e veloce.

I pennelli possono essere lavati in modo soddisfacente con acqua e sapone, usando eventualmente un detergente per pennelli. Nel caso di pennelli secchi, sarà necessario usare dei prodotti appositi per la pulizia dei pennelli, o in alternativa dell’alcol depurato o dell’acetone (da usare solo eccezionalmente e con attenzione).

Nel caso dovessimo invece “pulire” una superficie pittorica macchiata da vernice acrilica fresca, basterà strofinare con un panno umido; nel caso di colore acrilico secco, non resterà invece che sovrastare il colore con il colore desiderato.

Articolo scritto da:

Federico è appassionato di scrittura, di arte e di sport. Su MomArte si occupa della realizzazione degli articoli e dei rapporti con gli Artisti con cui collaboriamo!

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