Street Art

  • View Larger Image Street Art: come capire questa arte prima di praticarla

Ogni giorno ci sono dei giovani che – con o senza un passaggio preliminare su tela o carta – si armano di bottigliette spray e marker per graffiti per avvicinarsi all’affascinante mondo della Street Art.

Darsi al graffitismo e all’arte murale urbana senza conoscerne le radici è però un grave errore: quest’arte è infatti prima di tutto una manifestazione sociale e culturale che porta con sé un carico rivoluzionario e trasgressivo che non va ignorato – né improvvisato.

Ogni murales, ogni graffito va considerato dunque in un determinato contesto, senza il quale rischia di perdere il proprio valore.
In questo articolo affronteremo un argomento fondamentale. Cos’è la Street Art?

Street art: tutto quello che devi sapere

La preistoria della Street Art

Come scriveva il semiologo francese Roland Barthes, «il muro, come è noto, attira la scrittura». Questo per dire che, da quando esiste il concetto di muro, esistono anche i graffiti.

Non sono certo sempre esistiti i paint marker con i loro colori brillanti, ma le scritte e i disegni sulle pareti non sono mai mancati: basti pensare ai graffiti del paleolitico superiore ritrovati a Qurta, in Egitto, o in Val Camonica, o alle famose Grotte di Lascaux.

Incisioni rupestri in Val Camonica

Facendo un passo più avanti, per trovare qualcosa di assimilabile al lavoro dei graffitari moderni, non si può che guardare a Pompei, che ci permette di fare un salto indietro nel tempo fino al 79 d.C.

Qui, sulle pareti che attorniano le stradine dell’urbe, non mancano di certo le scritte murali, in tutte le loro forme. Si trovano parecchi versi amorosi, come «Gli amanti come le api trascorrono una vita dolce come il miele» e «Odio ed amo. Forse mi chiedi perché lo faccio. Non lo so, ma sento che succede e me ne tormento».

Ma a farla da padrone sono messaggi di tutt’altro stampo, come quelli a sfondo sessuale o veri e propri messaggi commerciali e promozionali, dove si vendevano prestazioni ed alternative per “trascorrere la serata”.

Le incisioni infamanti, già presenti all’epoca di Pompei, andarono moltiplicandosi nel Medioevo, dove abbiamo opere murali realizzate proprio per sottolineare i torti altrui. Si veda il caso di Firenze nel quattordicesimo secolo, quando, sotto a un murales raffigurante il duca d’Atene, si vergarono le parole «avaro, traditore e poi crudele, lussurioso, ingiusto e spergiuro, giammai non tenne il suo stato sicuro».

La nascita della Street Art

Sui muri, dunque, si scrive da sempre, e neanche poco. Non si può però di certo situare la nascita della Street Art nelle grotte vicino a Montignac, né nella Firenze rinascimentale.

No, la Street Art ha una natura diversa, squisitamente moderna.

Si potrebbe dunque individuare il punto di partenza di questo lungo percorso nella prima metà dell’Ottocento, non negli Stati Uniti, dove il fenomeno dei writer è dilagato, bensì nel cuore dell’Impero Austro-Ungarico, e dunque dell’Europa.

Segno di spray verde su muro bianco

Qui, a partire dal 1820 circa, un certo Joseph Kyselak cominciò a scrivere il suo nome sui muri cittadini. Si dice che la prima ‘tag’ (se così si possono chiamare questi primissimi esempi) fu fatta per scommessa; avendo però provato piacere da questo gesto irriverente, Kyselak continuò a riportare il suo nome sulle pareti di tutto l’impero per i successivi dieci anni, continuando imperterrito – nonostante le minacce dello stesso imperatore – a proclamare la propria presenza.

Tra l’Austria e l’Ungheria, si trovano ancora oggi le sue tag, appositamente conservate e protette.

Altro pioniere importante – almeno per quantità di lasciti – è l’australiano Arthur Stace, che tra il 1932 e il 1967 riempì i muri di Sidney con la sua tag Mr. Eternity. Qui, però, non si trattava di semplice autoaffermazione, bensì di una sorta di messaggio religioso (Stace era infatti un ex alcolista convertito al cristianesimo).

Un secolo dopo, dunque, iniziava a prendere forma il concetto di graffito urbano come veicolo di un messaggio particolare, ed è da qui, consapevolmente o meno, che partirono i primi veri writer. Pensiamo ai fantasmi pitturati da Zlotykamien sui muri di una Parigi devastata dai bombardamenti, ma anche alle silhouettes di Hambleton negli USA.

La Street Art moderna

Ecco, da quell’humus frammentato nacque il vero e proprio movimento della Street Art, a partire dalle città della East Coast. Qui, durante gli anni Sessanta e Settanta, i ragazzi dei ghetti iniziano a lasciare in ogni dove le proprie tag, non muovendosi mai senza avere in tasca una bottiglietta spray o un paio di marker per scrivere sui muri. Tanti, tantissimi i nomi, troppi da ricordare o anche solo da raccogliere.

Certi, è vero, svettavano sopra agli altri.

A Philadelphia il portavoce del movimento era Cornbread, mentre a New York, tra i vari Tracy 168 ed Eva 62, finì per emergere Taki 183, in modo pressoché casuale – caso volle che il New York Times dedicasse proprio a questo diciassettenne un intero articolo, con tanto di fotografia della sua tag.

Tantissimi graffitari che, con le proprie tag scritte in fretta e furia, volevano dire ‘io esisto’, ‘io ci sono’, dando allo stesso tempo una voce e un volto alla periferia e quindi all’aspetto disarmonico della città.

Un lavoro di Keith Haring contro l'Aids

Parallelamente, però, si iniziava ad andare ben oltre le tag, con i primi lavori di artisti del calibro di Keith Haring e Jean-Michel Basquiat, i quali riuscirono a dare finalmente un valore artistico – riconosciuto su larga scala – all’intero movimento.

Basquiat, amico di Warhol, con i suoi graffiti esprimeva una realtà multirazziale ma in continuo conflitto, mai scevra da tormenti; Haring, con i suoi meravigliosi e inconfondibili omini, ha contribuito a diffondere l’idea dell’arte per tutti, la cosiddetta ‘popular art’, capace di raccontare ognuno di noi. Con loro, come è noto, la Street Art è arrivata nei musei e nelle gallerie.

La Street Art oggi


E dunque, cos’è la Street Art oggi?

Di certo non è più quel movimento di ragazzi dei ghetti urbani nato tra Philadelphia e New York. Vista dall’esterno, da chi non la pratica e non la conosce, oggi la Street Art potrebbe persino riassumersi nel solo nome di Banksy. Ma intorno a lui ci sono migliaia e migliaia di artisti che, con i loro spray e i loro marker per Street Art, continuano a dare voce a quella che è la natura primigenia del movimento.

Si pensi ai Berlin Kidz, un po’ artisti e un po’ agitatori di strada, o agli spericolati – probabilmente troppo – Pixadores di San Paolo, che sfidano le altezze dei palazzi per fare i loro grafitti (che restano comunque illeggibili al pubblico).

Ecco, questa è la Street Art: iniziare a praticarla senza sapere da dove arriva questa forma d’arte non ha senso. Il mondo avrebbe potuto fare a meno delle tag di Kylesak e di Tracy 168? Certo, ma quelle sono state le radici necessarie e indispensabili per avere Haring, Basquiat, Banksy, Fairey, i gemelli Os Gemeos, JR, C215, Faith47 e molti altri che, con i loro stencil, le loro bombolette e i loro marker hanno dato nuova vita alle città e ai loro cittadini.

Bene, ora sei pronto per acquistare le tue bombolette e i tuoi marker per Street Art e seguire le orme di tutti questi grandi artisti!

Murales su casa con tema fantastico

Articolo scritto da:

Fondatore del progetto MomArte, appassionato di pittura e Belle Arti a 360 gradi, completamente autodidatta e felice di essere un "eterno studente" (d'altronde non si finisce mai di imparare, no?). Amo scrivere articoli dove parlo delle tecniche pittoriche e dei materiali per dipingere. Se hai qualche domanda scrivimi e sarò felice di risponderti, oppure scopri di più su di noi!

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