Come dipingere con la tecnica delle velature

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Ci capita spesso di osservare le opere dei grandi maestri e di chiederci come siano stati capaci di raggiungere un tale livello di perfezione.

Certo, si potrebbe parlare di talento o di “predisposizione naturale”, ma noi non crediamo assolutamente a queste cose.

Pensiamo piuttosto che dietro ad ogni grande opera ci siano tante ore di lavoro ed altrettanti anni di esperienza diretta, grazie ai quali sono stati in grado di sviluppare capacità tecniche non comuni a tutti.

In questo articolo parleremo proprio di una di queste tecniche, la tecnica delle velature. Probabilmente ne hai già sentito parlare, ma se sei arrivato qui, è altrettanto probabile che tu sia interessato a saperne di più.

Siamo sicuri che imparando a padroneggiare questa tecnica, porterai la tua pittura ad un livello superiore, avvicinandoti di un piccolo passettino (e molto umilmente) al livello dei grandi maestri. 🙂

Lasciami spiegare meglio cosa intendo.

Cosa sono le velature?

Con il termine velatura si indica l’applicazione di uno strato di colore fresco trasparente o semi-trasparente (vedremo dopo i dettagli) su uno strato di colore applicato precedentemente e già completamente asciutto.

Le velature sono legate strettamente alla tecnica del grasso su magro e seguono le stesse regole: ogni nuovo strato di colore che viene applicato deve essere più grasso rispetto al precedente.

Questo vuol dire che se ad esempio stiamo lavorando con olio di lino e trementina, ogni ulteriore strato utilizzerà colore contenente più olio di lino che trementina.
Così facendo si ridurrà il rischio di crepe ed effetti inaspettati sul nostro quadro.

Velatura realizzata con l'acrilico

Le velature non sono un tecnica realizzabile solamente ad olio! Ecco un esempio di velatura con i colori acrilici.

Ad alcuni verrà da dire “beh, tutto qui?”.
Ebbene: nella semplicità si nasconde il genio, e questa tecnica lo dimostra perfettamente. Grazie anche ad un tocco di “scienza”. 🙂

Gli strati di colore semi trasparente lasciano passare la luce che verrà riflessa solo dallo strato più opaco. Questo dona ai colori una maggiore ricchezza e profondità.

Ad esempio una velatura di blu sopra un rosso opaco donerà un viola più ricco e forte di un colore mischiato direttamente sulla tavolozza, perchè in questo secondo caso la luce sarà riflessa direttamente dal primo ed unico strato di colore.

Le velature nella storia della pittura

Si dice che la tecnica della velatura sia utilizzata, seppur con meno frequenza, sin dai tempi dei romani o addirittura degli egizi!

Con il passare dei secoli e con l’evoluzione delle tecniche pittoriche, si ebbe una sempre più grande diffusione di questa tecnica. Impossibile non citare l’uso delle velature fatto dai pittori fiamminghi a partire dal XV secolo, che chiaramente andò di pari passo con la diffusione dei colori a olio.

Quadro ad olio: Ragazza col Turbante

Il dipinto “Ragazza col Turbante” (o “Ragazza con l’orecchino di perla”) di Jan Vermeer è un classico esempio di quadro realizzato con velature

E proprio come l’utilizzo dei colori ad olio in Italia si diffuse grazie all’incontro con gli artisti fiamminghi (si utilizzavano già dei colori a base oleosa, spesso in combinazione con le tempere), lo stesso si può dire delle velature.

Proprio durante il Rinascimento questa tecnica raggiunge l’apice della popolarità e del prestigio, grazie ai grandi maestri quali Raffaello, Tiziano, Michelangelo o addirittura Leonardo.

Colori opachi e colori trasparenti

Come saprai ogni colore ha un livello di coprenza.
Questo livello ci indica se la tinta è più o meno coprente.

Esistono tre livelli di coprenza: coprente, semi-coprente e trasparente.

Questa è un’informazione importantissima, che dobbiamo tenere bene a mente ogni qualvolta ci aggingiamo a realizzare delle velature.

Infatti, il livello di coprenza del colore inciderà direttamente sul risultato finale. E non basta semplicemente diluire il colore per renderlo “trasparente”.

Diluendo con la stessa miscela di trementina e olio di lino due colori con un livello di coprenza diverso otterremo delle velature differenti.

Guarda ad esempio la differenza di velatura tra questi due colori della serie Olio Classico: il Bianco di Titanio è coprente, mentre il Bianco di Zinco è semi-coprente.

Differenza tra velature con colori opachi e trasparenti.

A sinistra: Bianco di Titanio 018, coprente. A destra: Bianco di Zinco 020, semi-coprente. Si nota facilmente il diverso livello di trasparenza della velatura.

Una regola generale che si tende a rispettare è che per le velature si usano solamente semi-coprenti o trasparenti. Quindi niente colori coprenti. Sta però a te decidere se rispettare o meno questa regola, in base al risultato che vorrai ottenere.

Come realizzare delle velature

Piccola premessa: quello che troverai in questa spiegazione (e anche nel resto dell’articolo) è frutto della mia esperienza e di prove dirette. Non sono un maestro e non posso assolutamente mettermi al livello dei grandi maestri rinascimentali!

Fai tesoro dei miei consigli, ma se hai dei dubbi domanda al tuo maestro di pittura (è importante averne uno!) o fammi altre domande qui nei commenti.

Entriamo quindi nel vivo della spiegazione, la ragione per la quale sei arrivato qui.

Abbiamo detto che le velature sono degli strati di colore semi-trasparente che vengono applicate su un precedente strato di vernice già asciutta.
Questo “precedente strato” viene solitamente chiamato “underpainting”, parola composta difficile da tradurre, ma che vorrebbe un po’ dire “pittura sottostante”… non so se mi spiego. 🙂

L’underpainting è quindi il primo strato del nostro dipinto, solitamente realizzato con uno o due colori, che serve a definire il soggetto del quadro con i suoi chiaroscuro ed i contrasti. I colori (o colore) vengono usati in combinazione con della trementina, per permetterne un’asciugatura rapida.


Underpainting sul quandro "Ragazza col turbante"

Esempio di underpainting sul quandro “Ragazza col turbante”. Come vedi lo usiamo per definire i chiaroscuro e le ombre


Arriva quindi il momento di iniziare il lavoro di velatura.

Come abbiamo detto bisogna rispettare la regola del grasso su magro. Ogni strato che andremo ad applicare conterrà più olio diluente che trementina, ma questo di conseguenza allungherà i tempi di asciugatura. Per questo motivo alcuni pittori preferiscono medium come il Liquin Winsor&Newton.

Parti da un area più estesa, applicando una velatura globale e poi lavora delle aree più piccole per raggiungere determinati obiettivi cromatici. Questo vuol dire che puoi applicare quante velature vuoi, a patto di rispettare la regola indicata sopra (grasso su magro) e di non usare colori opachi, altrimenti rovineresti il lavoro fatto finora.

Ad esempio, se stai lavorando su un viso, puoi applicare una velatura sull’underpainting del volto per dare una prima tinta che si avvicina alla color carne. Nelle velature successive potrai rinforzare questa tonalità e via via lavorare solo su alcune parti del volto con altre velature per dare vita al tuo soggetto.


Esempio di velatura principale sul viso.

Il primo strato di velatura viene applicato sul visto. Foto di Thomas Penrose


Ricordati: è molto difficile prevedere il risultato cromatico a cui arriverai, soprattutto se applichi molte velature. L’esperienza ti aiuterà a capire i colori e come essi si comportano e solo grazie ad essa (ma anche allo studio della teoria dei colori) potrai “domare” questa tecnica e usarla a tuo piacimento.

Domande frequenti sulle velature

Posso mischiare la tecnica delle velature con altre tecniche?

Per realizzare delle velature nel modo corretto bisogna rispettare una serie di regole e seguire determinati passaggi. Per questo motivo è meglio non mischiare tecniche troppo differenti tra loro, il risultato sarebbe qualcosa che non corrisponde né a una né all’altra.

Ad esempio mischiare le velature con l’impasto sarebbe una cosa poco saggia!

Le velature si usano solo nella pittura ad olio?

No, le velature possono essere realizzate anche con la pittura acrilica o con gli acquerelli. Naturalmente ogni tecnica pittorica ha le sue particolarità.

Gli acrilici asciugano molto rapidamente mentre gli acquerelli sono già naturalmente “molto diluiti”. Conoscere bene i segreti di ogni metodo ti permetterà di ottenere velature anche con altre tecniche.

L’importante è non dimenticare le regole di base sulla scelta di tonalità semi-trasparenti o trasparenti.

Quali sono i migliori pennelli per fare delle velature?

Consiglio, soprattutto se sei alle prime armi, l’utilizzo di un pennello dalle setole morbide. Questo ti permetterà di stendere meglio il colore della velatura senza lasciare traccia della pennellata.

Potresti provare ad esempio con il pennello a punta piatta 944 di Tintoretto.

Che consistenza deve avere la vernice per fare delle buone velature?

Le velature sono strati sottili di colore semi-trasparente o trasparente.
Questo significa che il colore deve essere molto diluito.

Quindi assolutamente non si usa pittura viscosa, sarebbe una follia usarla appena spremuta dal tubetto. Bisogna diluirla e renderla il più liquida possibile, secondo l’esigenza che abbiamo.

Alcuni addirittura dicono che la consistenza deve ricordare un po’ quella degli acquerelli e visto che gli acquerelli sono pigmento (e legante) con acqua, puoi immaginare di che tipo di fluidità stiamo parlando!

Articolo scritto da:

Fondatore del progetto MomArte, appassionato di pittura e Belle Arti a 360 gradi, completamente autodidatta e felice di essere un "eterno studente" (d'altronde non si finisce mai di imparare, no?). Amo scrivere articoli dove parlo delle tecniche pittoriche e dei materiali per dipingere. Se hai qualche domanda scrivimi e sarò felice di risponderti, oppure scopri di più su di noi!

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